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Pessimismo o ottimismo? Vedere il bicchiere mezzo pieno comporta molti vantaggi. Comporta una maggiore fiducia in se stessi, una maggior efficacia nel raggiungere gli obiettivi, una magiore serenità…

Ma è sempre meglio essere ottimisti e “pensare positivo” in tutte le situazioni? Noi non pensiamo che sia necessariamente così, non concordiamo con il Pensiero Positivo.

La convinzione “Anche da ubriaco io guido benissimo” è un’idea molto positiva ed ottimistica su se stessi, ma non ci sembra che possa essere molto vantaggiosa, basta pensare alle possibili conseguenze. Così come pensiamo che sopravalutarsi sia un errore altrettanto grave del sottovalutarsi.

Nonostante questo, alcuni elementi del lavoro di Martin Seligman ci sembrano molto interessanti. In particolare, ci riferiamo ai concetti di impotenza appresa e di stile esplicativo.Imparare l’ottimismo. Come cambiare la vita cambiando il pensiero

Imparare l’ottimismo. Come cambiare la vita cambiando il pensiero

effetti dello stile esplicativo pessimistico

  • L’impotenza appresa è una reazione di rinuncia, che consegue dal credere che qualsiasi cosa tu possa fare sarà inutile.
  • lo stile esplicativo è il modo in cui le persone, abitualmente, spiegano a se stesse perché accadono gli eventi, ed in particolare le avversità. Di fronte a queste, lo stile esplicativo può rendere impotenti.
L’impotenza appresa è stata studiata in laboratorio, dove si è osservato che le “cavie”, fossero uomini o animali, in determinate circostanze in cui le si privava della possibilità di incidere su determinati fenomeni (ad es. un rumore assordante), piano piano si abituavano all’idea di non poter fare niente e di essere impotenti di fronte alla realtà esterna.

Uno stile esplicativo «ottimistico» interrompe lo stato di impotenza, uno stile esplicativo «pessimistico» lo diffonde. È possibile modificare il proprio stile esplicativo: può essere appreso uno stile esplicativo che permetta di far fronte alle avversità.
 
Teniamo presente che il lavoro di Seligman parte dal presupposto, di matrice cognitivista, che gli atteggiamenti di impotenza e rinuncia (e anche la depressione) derivano da un disturbo del pensiero conscio cioè da un inadeguato modo di pensare.
Lo Stile esplicativo è caratterizzato da tre importanti dimensioni:
  1. Permanenza
  2. Pervasività
  3. Personalizzazione

Permanenza

Le persone che rinunciano facilmente credono che le cause degli eventi negativi che capitano loro siano permanenti. Le persone che resistono all’impotenza pensano invece che siano temporanee. Tutto questo viene rovesciato di fronte ad eventi positivi. Le persone che rinunciano facilmente credono che le cause degli eventi positivi che capitano loro siano temporanei, mentre le persone che resistono all’impotenza pensano invece che siano permanenti.

 
stile esplicativo permanenza
Stile esplicativo: PERMANENZA
 

Pervasività

Mentre la Permanenza riguarda il tempo, la Pervasività riguarda lo spazio.

Uno stile esplicativo pessimistico attribuisce le cause degli eventi negativi a spiegazioni universali, mentre uno stile ottimistico le attribuisce a spiegazioni specifiche. Al contrario, in presenza di eventi positivi, uno stile esplicativo pessimistico ne individua le cause in fattori specifici, mentre uno stile ottimistico ne individua le cause in fattori universali.

 
Stile esplicativo: PERVASIVITA'
Stile esplicativo: PERVASIVITA’

Speranza

Le due dimensioni che abbiamo visto, pervasività e permanenza, determinano il fatto di avere o non avere speranza: trovare cause specifiche e temporanee agli eventi negativi è l’arte della speranza.

Le cause temporanee limitano l’impotenza nel tempo, le cause specifiche limitano l’impotenza alla situazione d’origine. D’altra parte, le cause permanenti producono lunghi stati d’impotenza, mentre le cause universali diffondono l’impotenza in tutti gli ambiti della vita. Attribuire cause permanenti ed universali alle avversità è tipico della disperazione.

Personalizzazione

Quando si manifestano eventi negativi, possiamo accusare noi stessi (internalizzare) o qualcosa di esterno a noi (esternalizzare). Le persone che si autoaccusano quando falliscono hanno bassa autostima: pensano di essere senza valore e privi di talento. Attribuendo gli eventi negativi ad agenti esterni non si perde l’autostima. Come per le altre due precedenti dimensioni, il discorso viene rovesciato nella spiegazione di eventi positivi.
PERSONALIZZAZIONE
Stile esplicativo: PERSONALIZZAZIONE

 Un tempo ho vissuto con una donna che mi accusava di ogni cosa: se una cena al ristorante non era buona, se un aereo era in ritardo, delle pieghe imperfette dei suoi pantaloni ritirati dalla lavanderia.   Mia cara – le dissi un giorno – tu sei la persona dalla personalizzazione più esterna che abbia mai incontrato!  Si – gridò – ed è tutta colpa tua!   (Martin Seligman)

E la responsabilità?

Adottare uno stile esplicativo ottimistico offre evidenti benefici ma espone a dei pericoli. Noi non crediamo che le persone vadano, in genere, incoraggiate a cambiare lo stile esplicativo da interno ad esterno: questo annullerebbe la responsabilità. È utile incolpare gli altri dei nostri fallimenti? E allora, quando miglioreremo? Può comunque essere un utile modo di pensare nei momenti particolarmente difficili, di fronte ad eventi dai quali ci sentiamo schiacciati.
 

Conseguenze di uno stile esplicativo pessimistico

In che modo uno stile esplicativo pessimistico può trasformare un breve momento di demoralizzazione in un evento catastrofico? Attraverso permanenza, pervasività e personalizzazione.
 
evento catastrofico

Cambiare il proprio stile esplicativo

È possibile cambiare il proprio stile esplicativo? Si, sviluppando le stesse abilità sviluppate dalla Terapia Cognitiva della depressione:
  1. Capacità di riconoscere i pensieri automatici consci che si manifestano nei momenti di sofferenza.
  2. Capacità di combattere i pensieri automatici consci sulla base di prove contrarie.
  3. Capacità di individuare spiegazioni alternative, chiamate «riattribuzioni».
  4. Capacità di distrarsi dai pensieri negativi.
  5. Capacità di riconoscere e mettere in discussione le credenze che portano all’impotenza e che guidano il comportamento.

Uno stile esplicativo pessimistico è comunque utile:

Uno stile esplicativo pessimistico serve a correggere ciò che mettiamo in atto quando siamo un po’ troppo ottimisti, valutando accuratamente la realtà. Molti esperimenti dimostrano che lo stile esplicativo pessimistico conduce ad una maggiore obiettività nelle valutazioni: i pessimisti «vedono il mondo correttamente», secondo A. Bierce.
 
Probabilmente, i benefici del pessimismo sono emersi nel nostro passato evoluzionistico. Chi è sopravvissuto alle ondate di freddo e di caldo, alla siccità e alle inondazioni, all’abbondanza di cibo e alle improvvise carestie, può esserci riuscito in virtù della capacità di preoccuparsi intensamente del futuro. Anche oggi, se in un’Azienda ci fossero solo ottimisti che non vedono l’ora di passare all’azione, la situazione potrebbe essere molto pericolosa.
 

Com’è il tuo stile esplicativo? Vuoi fare un test? Lo trovi scannerizzato sul nostro sito dedicato al Coaching, tratto dal libro “Imparare l’ottimismo”. Sei ottimista, pessimista o un po’ e un po’?

Maria Soldati & Fabrizio Pieroni
 

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