Il cigno nero: come l’improbabile influenza la nostra vita
L’espressione “cigno nero” si deve al filosofo e matematico libanese Nassim Nicholas Taleb, che nel libro Il cigno nero. Come l’improbabile governa la nostra vita analizza grandi eventi inattesi, imprevedibili e improvvisi.
Tendenza a trascurare le prove silenziose
Perché Taleb utilizza questa espressione? Prima della scoperta dell’Australia tutti gli abitanti del Vecchio Mondo erano convinti che tutti i cigni fossero bianchi. Questo evidenzia un grosso limite del nostro apprendimento basato sull’osservazione e sull’esperienza: dal momento che non ci sono prove dell’esistenza di cigni neri, ne deduciamo che i cigni neri non esistono (Nessuna prova dell’esistenza di cigni neri = prova dell’inesistenza dei cigni neri).
Prendiamo il numero di specie che consideriamo estinte. Per molto tempo si è ritenuto che tale numero fosse ricavato dalle analisi dei fossili. Ma questo numero non comprende le specie che sono apparse e scomparse senza lasciare traccia sotto forma di fossili.
I giornali raccontano dei criminali che vengono catturati, ma non si occupa (né potrebbe farlo) dei crimini che non vengono scoperti. La nostra idea del criminale standard potrebbe essere basata sulle caratteristiche di quelli meno intelligenti che sono stati presi.
Caratteristiche del Cigno Nero
I Cigni Neri, intesi come eventi inattesi, hanno tre caratteristiche:
1. Rarità | È un evento isolato, che non rientra nelle normali aspettative, niente nel passato può indicare plausibilmente la sua possibilità |
2. Impatto | Ha un impatto enorme |
3. Prevedibilità retrospettiva | Nonostante il suo carattere di evento isolato, la natura umana ci spinge a elaborare a posteriori giustificazioni sulla sua comparsa |
La storia è piena di cigni neri: la vicenda del Coronavirus ne è un esempio.
Immaginate, alla vigilia degli eventi del 1914, quanto poco la vostra comprensione del mondo vi avrebbe aiutato a indovinare cosa sarebbe successo. Che ne dite dell’ascesa di Hitler e della successiva guerra? E della precipitosa morte del blocco sovietico? O il sorgere del fondamentalismo islamico? Avreste previsto la diffusione di Internet? Le mode, le epidemie, le idee, l’emergere di generi artistici e scuole, tutti seguono queste dinamiche del Cigno Nero (Nassim Nicholas Taleb)
Dato che i Cigni neri sono imprevedibili, dobbiamo accettare la loro esistenza invece che tentare ingenuamente di prevederli. La nostra mente è una magnifica macchina da spiegazione, capace di trovare un senso quasi a tutto, ma incapace di accettare l’idea di imprevedibilità.
Molti Cigni Neri sono causati e ingigantiti proprio dal fatto che sono imprevisti. Prendiamo l’attacco terroristico dell’11 settembre 2001: se il rischio fosse stato ragionevolmente concepibile il 10 settembre, l’attacco non sarebbe avvenuto.
Se un politico, nei mesi precedenti l’attentato, avesse imposto porte blindate sugli aerei e altre stringenti misure di sicurezza, l’attentato non avrebbe avuto luogo. Ma nessuno avrebbe considerato quest’uomo un eroe, anzi sarebbe stato considerato un rompiscatole dalle compagnie aeree, dal personale di volo e degli aeroporti.
Queste considerazioni indeboliscono il concetto di “perché”. Siamo portati a pensare che tutto abbia una causa identificabile e a scegliere la più evidente.
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- Osservate la vostra esistenza. Prendete in considerazione gli eventi di rilievo, le invenzioni e i cambiamenti tecnologici che sono avvenuti nel vostro ambiente da quando siete nati e confrontateli con ciò che era previsto prima del loro avvento. Quanti di questi cambiamenti si sono verificati nei tempi previsti?
- Esaminate la vostra vita, la professione che avete scelto, l’incontro con il vostro partner, lo spostamento dal vostro paese d’origine, il vostro improvviso arricchimento e impoverimento. Quante di queste cose sono avvenute secondo i piani?
Alcune previsioni sbagliate
“Gli aeroplani vanno bene per lo sport, ma non valgono niente per la guerra!” | Ferdinand Foch, Professore di Strategia |
“La bomba [atomica] non esploderà mai. Lo dico come esperto in esplosivi” | Ammiraglio William Leahy |
«Viaggiare su rotaia ad alta velocità non è possibile. I passeggeri non riuscirebbero a respirare e morirebbero asfissiati» | Dionysys Larder, professore di filosofia naturale e astronomia |
“Questo cosiddetto ‘telefono’ ha troppe carenze per poterlo considerare seriamente come mezzo di comunicazione. Il dispositivo è intrinsecamente privo di valore, per quel che ci riguarda” | Autore ignoto. Comunicazione interna della Western Union. |
“Penso che ci sia richiesta mondiale per circa cinque computer” | Thomas J. Watson Jr., in seguito diventato presidente dell’IBM |
«La televisione non durerà, le persone si stancheranno di stare davanti a una scatola di compensato ogni sera» | Darryl Zanuck, produttore cinematografico |
“I cellulari non potranno mai sostituire i telefoni fissi.” | Martin Cooper, inventore |
Siamo bravi a narrare a ritroso, a inventare storie che ci convincono di aver capito il passato. Spesso la conoscenza ha la funzione di produrre sicurezza invece che reale competenza. Si dovrebbe invocare una certa dose di caso (il caso è ciò che non conosciamo: invocare il caso significa ammettere al propria ignoranza).
Ma anche se è facile ricordare cigni neri con effetti distruttivi, in realtà gli eventi totalmente inattesi e sorprendenti possono rappresentare anche qualcosa di molto positivo. L’inatteso può essere il dono più grande – lo vediamo tutti i giorni.
I Cigni Neri nelle Aziende
Questo tema riguarda da vicino tutte le organizzazioni, le Aziende in particolare. Se, infatti, guardiamo bene dentro le dinamiche delle organizzazioni reali, economiche e non, ci accorgiamo che il vero grande nemico, il cigno nero cattivo, è la tendenza, invincibile, alla creazione di routine gestionali rigide, costruite sull’osservazione del passato e che quindi impediscono la comprensione dell’arrivo delle grandi novità.
La gestione che guida l’oggi guardando indietro fa “conoscere” solo ciò che si sapeva già; il pericolo veramente grave delle organizzazioni non sta allora nell’esistenza dei cigni neri ma nella loro gestione, troppo spesso errata.
Le organizzazioni vitali e capaci di generare cose veramente nuove devono rinunciare alla stessa pretesa di governare e controllare le loro persone, perché nelle dinamiche veramente decisive le persone sono ingovernabili, perché se fossero totalmente governate perderebbero la componente più innovativa della loro creatività. La metafora del cigno nero è dunque un buon espediente retorico per iniziare un discorso sulla gestione delle novità vere nelle organizzazioni, nelle persone, nelle regole di governance. (Luigino Bruni)
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Governare l’inatteso
Weck e Sutcuffe hanno identificato cinque principi per governare l’inatteso:
1) Individuare i piccoli eventi critici | Occorre riconoscere i piccoli insuccessi |
2) Opporre resistenza all’eccessiva semplificazione | Le loro peculiarità devono essere mantenute, anziché venire smarrite attraverso l’utilizzo di categorie |
3) Rimanere sensibili alle attività in corso | Prestare attenzione alle azioni in corso, se si vogliono notare le sfumature che possono essere sintomi di criticità |
4) Mantenere le capacità di resilienza | Rintracciare le strategie che consentono il recupero |
5) Attribuzione mobile della competenza | Capire come si possono intraprendere tali strategie |
Cogliere i segnali deboli
Gli incidenti e gli eventi inattesi non sono attribuibili ad una sola causa o a un singolo attore, ma sono “normali” perché in qualche modo inscritti nella complessità stessa del sistema.
Questo carattere di sistema rende le crisi in certa misura prevedibili, in quanto si verifica sempre un periodo di “incubazione” organizzativa del problema prima che questo si palesi del tutto.
Il lasso di tempo che intercorre tra la sorpresa e la “normalizzazione” è uno dei rari momenti in cui possiamo scoprire ciò che non conosciamo. Se si aspetta troppo, la normalizzazione prevale e ci si convince che non c’è niente di nuovo da imparare.
Aspettative e eventi inattesi
Avere un’aspettativa è immaginare che qualcosa si realizzerà, significa essere mentalmente pronti ad essa. Ogni nostra azione si basa su ipotesi che riguardano come la realtà reagirà in funzione di ciò che stiamo facendo. Le aspettative dirigono la nostra attenzione verso determinati aspetti degli eventi, influendo su ciò che notiamo, esaminiamo e ricordiamo.
Le aspettative si costruiscono all’interno dei ruoli, delle routine e delle strategie organizzative.
Presentano non solo benefici ma anche svantaggi, in quanto creano punti ciechi che a volte portano a riconoscere in ritardo avvenimenti inattesi e minacciosi.
Le nostra aspettative sono spesso confermate, perché si basano sulla nostra esperienza e perché correggiamo quelle che tendono a disattenderla.
L’aspetto problematico è che tutti noi tendiamo ad essere molto indulgenti verso ciò che accettiamo come prova del fatto che le nostre aspettative sono confermate. Se troviamo indizi a conferma, ciò “prova” che le nostre impressioni rispetto alla realtà sono accurate, che abbiamo il controllo della situazione, che sappiamo cosa sta accadendo e che siamo al sicuro. Sotto stress, questa tendenza diviene più marcata.
Se siamo lenti nell’ammettere che le cose non stanno come ci aspettavamo, il problema peggiora e diventa più difficile risolverlo.
È importante essere consapevoli delle proprie aspettative: le aspettative ci guidano verso la sicurezza che deriva dal vedere confermate le nostre intuizioni, e ci allontanano da quelle percezioni che le contraddicono.
Ma sono proprio queste percezioni problematiche che fanno presagire l’inatteso. Se dipendiamo troppo da un insieme limitato di aspettative, gli eventi inusuali si possono sviluppare fino a raggiungere livelli molto seri prima che siamo in grado di accorgercene.
Per approfondire: