
Il posto fisso è morto, o quantomeno in via di estinzione.
Indice
La precarietà caratterizza oggi tutto ciò che ci riguarda: lavoro, competenze, relazioni affettive, e questo comporta una diffusa incertezza.
Le caratteristiche dei lavori precari:
- retribuzioni basse e senza una cadenza mensile periodica,
- assenza di tutele riguardanti la malattia, la maternità e gli infortuni,
- difficoltà a passare da un lavoro all’altro
influiscono in modo significativo sulla qualità della vita e sul benessere psicologico. In queste condizioni di incertezza diventa difficile progettare il proprio futuro.
Nel nostro mondo liquido-moderno, siamo felici finché non perdiamo la speranza di essere felici in futuro. (Z. Bauman)
Zygmunt Bauman è un sociologo polacco (scomparso proprio ieri) che ha parlato di modernità liquida. La società in cui viviamo è caratterizzata, diversamente dal passato, da cambiamenti improvvisi e non prevedibili, da incertezza esistenziale degli individui, dalla frammentazione delle loro identità.
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Zygmunt Bauman |
Le persone non riescono a concretizzare i loro risultati in beni duraturi, le attività si trasformano velocemente in passività e le capacità in incapacità: la vita liquida è un’esistenza precaria vissuta in condizioni di incertezza costante.
Questa situazione di crisi, che sembra permanente, è contraddistinta da:
- la crisi dei sistemi politici nazionali
- la deregolamentazione dei mercati finanziari
- la globalizzazione
- l’aumento delle povertà e delle disuguaglianze a livello mondiale
- le migrazioni
- lo sviluppo delle tecnologie informatico-comunicazionali e il loro ingresso nelle nostre vite e nel mondo del lavoro
Il mondo liquido-moderno è permeato da un individualismo esasperato, e anche le relazioni sono diventate provvisorie, precarie e instabili. In “Amore liquido” Bauman esamina l’attuale fragilità dei legami affettivi. L’oggetto del libro sono i rapporti umani (sul lavoro, in azienda, con gli amici, in società, con il partner).
Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi
I nostri lettori che hanno un lavoro precario possono avere difficoltà a convivere con questa situazione. Ecco alcuni consigli:
Coltivare l’autostima
La condizione di lavoratore precario non riguarda voi o una vostra incapacità, ma è il momento storico a essere cambiato. Continuate a credere in voi stessi, al di là della condizione lavorativa.
Voi non siete il lavoro che fate.
Approfondimento: Autostima, autoefficacia e fiducia in se stessi
Porsi obiettivi precisi a breve, medio e lungo termine
Molte persone, colte dallo scoraggiamento, abbandonano qualsiasi progettualità, accettando qualsiasi lavoro venga loro offerto, e passano da un lavoro ad un altro completamente diverso. Tutto questo impedisce di acquisire una vera professionalità, con la conseguenza di costruirsi un curriculum molto generico. Non limitatevi quindi a cercare un lavoro qualsiasi, ma un lavoro che in qualche modo sia in linea con le vostre aspirazioni e con la vostra formazione.
Approfondimento: Obiettivi, valori e azione impegnata
Gestire le sensazioni negative
La situazione del mercato del lavoro è nota, le difficoltà che derivano da un lavoro precario anche. Ma l’atteggiamento con cui affrontate questa situazione può fare la differenza. La gioia di vivere dipende dall’impegno nel fare del proprio meglio, al di là dei risultati immediati e dei fattori che non dipendono da noi.
Questo non risolve i problemi concreti, ma sicuramente vi renderà più solidi nel reggere la situazione, e nel gestire le emozioni che le circostanze vi provoca
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Nel post Come essere resilienti di fronte alle difficoltà avevamo scritto:
Nell’affrontare una situazione problematica ci sono tre diverse possibilità:
- Uscire dalla situazione (se è possibile)
- Rimanere, rassegnarsi e fare cose che peggiorano la situazione
- Rimanere, cambiare quello che può essere cambiato, accettare quello che non può essere cambiato e vivere secondo i propri valori
Coltivare i rapporti sociali
La demoralizzazione può portare le persone a chiudersi in se stesse e a diradare le occasioni di incontrare amici e parenti. Ma incontrare altre persone e condividere le proprie esperienze vi può aiutare a superare i momenti difficili, a parte che le reti sociali possono agevolare molto nella ricerca di un lavoro.
Investire su se stessi
E’ sempre utile investire su se stessi e sulla propria professionalità. Un buon modo di iniziare potrebbe essere quello di rivolgersi ad un consulente per fare un Bilancio di Competenze, uno strumento molto utile per dare una direzione alla ricerca del lavoro e alla propria formazione.
Perfezionare una lingua straniera, accrescere le competenze in campo informatico o nel campo delle competenze trasversali (comunicazione, lavoro in gruppo, gestione dello stress, ecc.) può essere una carta vincente.
Considerare la situazione come un’occasione di apprendimento
Le esperienze che contano sono spesso quelle che non avremmo mai voluto fare, non quelle che decidiamo noi di fare. (Alberto Moravia)
Considerate ciò che sta accadendo come un’esperienza di apprendimento, un’occasione per imparare dai propri errori e migliorare la proprie competenze.
Non è vero che la felicità significhi una vita senza problemi. La vita felice viene dal superamento dei problemi, dalla lotta contro i problemi, dal risolvere le difficoltà. Bisogna affrontare le sfide, fare del proprio meglio. Si raggiunge la felicità quando ci si rende conto di riuscire a controllare le sfide. (Zygmunt Bauman)
L’unica certezza sul mercato del lavoro e sul mondo nel 2050 è che saranno imprevedibili: continuamente ed estremamente cangianti. Le persone dovranno continuare a studiare e cambiare per tutta la vita. La cosa più importante è insegnare ai più giovani non solo come studiare, ma come preservare la loro flessibilità mentale perché dovranno continuare a cambiare per tutta la vita. È la parte più difficile per molti. Da giovani, si vivono continui cambiamenti. Ma alla maggior parte delle persone, a 40 o 50 anni, non piacciono i cambiamenti. Preferiscono la stabilità. È stato così per quasi tutta la Storia. Ma non sarà così nel XXI Secolo. Penso che l’obiettivo principale dell’Istruzione dovrebbe essere formare persone con una mente flessibile e un’alta intelligenza emotiva. Non sappiamo quali qualifiche tecniche saranno necessarie. (Yuval Noah Harari, intervista)