
Il Modellamento è l’essenza della PNL. La PNL è nata appunto dal modellamento di alcuni terapeuti eccellenti: Virginia Satir, Milton Erickson e Fritz Perls. Benché questi tre terapeuti appartenessero a scuole differenti, i fondatori della PNL individuarono alcuni “pattern” comuni, da cui nacquero i modelli e le tecniche tipiche della Programmazione Neuro Linguistica.
I vantaggi del modellamento
Lo scopo del Modellamento è la comprensione profonda e la replicabilità di una determinata prestazione. Se, per esempio, io ammiro molto il modo di insegnare di un docente, il modellamento mi dà la possibilità di comprendere la struttura profonda della sua abilità, e di trasferirla a me stesso.
Il modellamento è uno dei contributi della PNL più utili e più pratici, in quanto permette di acquisire nuove abilità o di migliorare una performance.
Possibili utilizzi del Modellamento
- Per comprendere meglio un comportamento sviluppando una metacognizione dei processi soggiacenti, che darà la possibilità di insegnarlo e migliorarlo
- Per replicare o perfezionare performance reali, ad esempio in ambito sportivo o manageriale
- Per ottenere un obiettivo specifico, ad esempio per insegnare a parlare in pubblico
- Per trasferire qualcosa da un contesto ad un altro, esperienza tipica del coaching, ove si cerca, nell’esperienza del coachee, una competenza utile per superare il suo problema
- Per trarre ispirazione da qualcosa o qualcuno, come nel caso del modellamento di Walt Disney o di Charlie Chaplin
L’idea megalomane che modellando Einstein, per esempio, si possa diventare come lui è totalmente fuori luogo: sembra non tenere conto dell’unicità di ogni individuo.
La questione non è tanto di sapere se ognuno può apprendere tutto, quanto piuttosto come è possibile migliorare le proprie abilità in modo che le conoscenze, le ispirazioni e le qualità possano essere meglio ripartite tra le persone.
Per un’applicazione pratica del modellamento: PNL: modellamento di un cabarettista di successo
Modellamento e apprendimento
Gli anatroccoli imparano a sopravvivere imitando la madre. Apprendere attraverso l’imitazione è una caratteristica di molte specie, tra cui quella umana. Nell’età adulta godiamo di un vantaggio unico: possiamo decidere chi e che cosa imitare. Possiamo anche scegliere deliberatamente nuovi modelli, che sostituiscano quelli che abbiamo superato: è opportuno, quindi, che scegliamo gli ‘esempi di vita’ migliori, affinché ci possano ispirare e guidare verso la realizzazione delle nostre potenzialità. (Michael J. Gelb)
L’apprendimento più efficace è quello implicito, che avviene attraverso l’imitazione.
Fin da quando hanno poche ore di vita, i bambini sono in grado di imitare le espressioni del viso e i movimenti della bocca, e questa competenza innata è fondamentale per la sopravvivenza.
Pensiamo a quanto riescono a comunicare quando ancora non hanno imparato a parlare. Lo fanno attraverso il canale comunicativo che hanno a disposizione: il linguaggio non verbale, fatto di movimenti, gesti, posture, tono di voce, sguardo, azioni.
Non lo usano soltanto per esprimere bisogni, stati d’animo e interessi ma anche per scoprire loro stessi, il mondo che li circonda e soprattutto per comprendere e sintonizzarsi con gli altri.
Le neuroscienze e la scoperta dei neuroni specchio hanno reso più chiaro il funzionamento di questo modello di apprendimento.
Percepire un’azione – e comprenderne il significato – equivale a simularla internamente. Ciò consente all’osservatore di utilizzare le proprie risorse per penetrare il mondo dell’altro mediante un processo di modellizzazione che ha i connotati di un meccanismo non conscio, automatico e prelinguistico di simulazione motoria. (Vittorio Gallese)
Il modellamento permette di imparare tutta una serie di abilità, da quelle più semplici a quelle più complesse:
Pensate ad un bambino che, per la prima volta, vede un altro bambino fare una capriola: nel suo cervello, in modo automatico, si attivano gruppi di neuroni che elaborano lo schema di un movimento che, fino a quel momento, il bambino-osservatore non ha mai compiuto. Lo schema implica sequenze muscolari, come puntare le braccia, raccogliere il corpo, estendere le gambe, flettere la testa, compiere un giro su se stessi, ritornare in piedi. Nessuna parola riuscirebbe a trasmettere al bambino l’informazione necessaria per compiere la capriola, nessuna astrazione è in grado di emulare la concretezza del movimento: il bambino deve provare, azzardare la sua prima capriola, anche se quella capriola è stata in qualche modo già preparata dai mirror neurons, che hanno interiorizzato le sequenze motorie necessarie. (Alberto Oliviero)
L’imitazione volontaria, invece, è tutt’altra cosa. È difficile imitare qualcuno in modo consapevole, perché il comportamento cosciente è lento: cercare di imitare qualcuno in modo cosciente finisce con il sembrare artefatto, e priva la comunicazione della giusta sincronia. Tuttavia, si tratta di un modo straordinario con cui le informazioni vengono trasmesse nella nostra specie, e un meccanismo potente di apprendimento e accrescimento culturale. Gli esseri umani sono i più grandi imitatori volontari del regno animale, anzi, sono dei superimitatori. Anche gli scimpanzé sono capaci di imitare gli altri in maniera volontaria, ma puntano diritti allo scopo o alla ricompensa, mentre i bambini copiano azioni non necessarie per ottenere un premio. Gli scimpanzé possono imitarti se cammini su un’asse per prendere una banana, ma non se cammini in punta di piedi, come farebbe un bambino. I bambini sono macchine per l’imitazione, ed è per questo che se i genitori non stanno molto attenti a ciò che fanno e dicono, il loro angioletto finirà con il parlare come uno scaricatore di porto. L’ubiquità dell’imitazione nel mondo umano è in netto contrasto con la sua rarità nel regno animale: sembra essercene un po’ nelle grandi scimmie, in alcuni uccelli e forse nei delfini. (Michael Gazzaniga)
La PNL ha formalizzato questi processi per poterli utilizzare in modo cosciente in vista di realizzare obiettivi precisi.
Modellamento e PNL
La stessa PNL è nata da un modellamento finalizzato a scoprire quali fossero gli elementi comportamentali e linguistici che permettevano a psicoterapeuti di orientamento teorico diverso, come Fritz Perls, Milton Erickson e Virginia Satir, di avere una costanza di risultati positivi rilevante. I risultati sono stati l’individuazione di una serie di strategie comportamentali e di modelli linguistici specifici e riproducibili. Per questo il Modellamento è l’anima più vera e profonda di tutta la PNL.
In PNL il modellamento è un processo con cui si realizza una mappa di un’abilità o di una performance. Il modello è elaborato in modo tale che questa abilità possa essere trasferibile a chiunque sia motivato ad integrarla nella sua vita.
Noi ci definiamo modellatori. Quel che facciamo, fondamentalmente, consiste nel prestare scarsissima attenzione a quel che la persona dice di fare, e moltissima attenzione a quello che fa. Quindi ci costruiamo un modello di quello che fa… La funzione del modellamento è di arrivare a descrizioni utili (Programmazione Neurolinguistica di Dilts R., Grinder J., Bandler R., Cameron-Bandler L., De Lozier J.)
Modellamento intuitivo e analitico
A questo punto è necessario accennare al modello delle Posizioni Percettive:
In ogni processo di modellamento le tre posizioni percettive sono essenziali.
- Dalla prima posizione si imposta il processo e si stabiliscono gli obiettivi. Durante tutto il processo, una prima posizione forte è necessaria come punto di riferimento e controllo ecologico.
- La seconda posizione è una posizione importante nel modellamento intuitivo, in cui la persona si identifica nel modello e “diventa” lui.
- La terza posizione dà la possibilità di realizzare il modellamento analitico e di garantire la trasferibilità del modello.
Le differenze tra Modellamento intuitivo e analitico sono evidenziate nella tabella che segue:
Un esempio di Modellamento Intuitivo messo in atto da un bambino bravissimo in un certo gioco di carte, come lo descrive Edgar Allan Poe:
Il Modellamento Analitico prende in esame, oltre al contenuto della performance, una serie di elementi, come ad esempio:
- portamento, gesti, ritmo respiratorio e fisiologia
- pattern del meta modello
- predicati verbali
- meta programmi
- strategie e submodalità
- posizioni percettive
- convinzioni -presupposizioni
- livelli logici.
Il Modellamento intuitivo e analitico hanno ciascuno una loro funzione specifica, e sono utilizzati come strategie complementari in un progetto di modellamento.
- Il modellamento intuitivo è il più efficiente nell’interiorizzazione dell’abilità, del comportamento o del modo di essere del modello.
- Il modellamento analitico permette di rendere trasferibile il modello ad altri.