Il modello SCORE in PNL per un problem solving sistemico
Il problem solving sistemico è un modo di vedere al di là dei sintomi dei problemi, in modo da trovare soluzioni robuste e durature.
Partiamo dalla definizione di problema.
Che cos’è un problema
Un problema può essere definito come:
- il divario tra lo stato attuale e lo stato che si desidera (da cui deriva un senso di insoddisfazione)
- l’insieme delle questioni che devono essere affrontate per colmare questo divario.
Quanto più il divario è grande, tanto più cresce la nostra insoddisfazione, che aumenta ancora se pensiamo di non essere in grado di colmare questa differenza, o se pensiamo che che colmare questa differenza sarà faticoso, doloroso…
Ad esempio, il pavimento è sporco (dato di realtà) e vorrei che fosse pulito (secondo un mio criterio, dato di riferimento). In questo caso mi sento in grado di raggiungere lo stato desiderato e, finché non l’ho raggiunto, sono infastidito.
In PNL, per analizzare i problemi viene utilizzato il modello SCORE. L’acronimo sta per: Sintomi, Cause, Obiettivo, Risorse, Effetti.
- I Sintomi sono le evidenze del problema. Sono, in genere, gli elementi che il cliente desidera evitare, eliminare o superare. Sono l’aspetto del problema di cui il cliente è più consapevole.
- Le Cause sono gli elementi soggiacenti, responsabili della creazione e del perdurare dei Sintomi.
- L’Obiettivo è lo stato desiderato che prenderà il posto dello Stato Presente.
- Le Risorse sono gli elementi soggiacenti responsabili della rimozione della causa dei sintomi, del raggiungimento dell’Obiettivo e del manifestarsi e perdurare degli Effetti desiderati.
- Gli Effetti sono le conseguenze auspicate a medio e a lungo termine della realizzazione dell’obiettivo.
Cause e Sintomi descrivono lo Stato Presente, Obiettivo ed Effetto lo Stato Desiderato:
Stato presente e stato problema
Spesso si tende a confondere lo Sato Presente con uno Stato Problema, ma in realtà qualsiasi Stato Presente diventa problematico solo in quanto si desidera una situazione diversa. Il pavimento sporco è un problema se io desidero che sia pulito, ma se sto facendo una ristrutturazione in casa posso avere altri pensieri per la testa; il fatto di avere la febbre è un problema quando io desidero non averla, ma ai tempi della scuola, in tante occasioni, la febbre è stata tutt’altro che un problema.
I problemi sono inesistenti in mancanza degli esseri umani ai quali sono collegati. Non hanno un’esistenza propria nell’universo. Esistono solamente nelle nostre percezioni e nel nostro dare un senso alle cose. (Richard Bandler)
Problem solving sistemico
Definiamo quindi Spazio Problema uno spazio che contiene Sintomi, Cause, Obiettivo ed Effetti. Parlare di “Spazio Problema” va nella direzione di de-nominalizzare, dal momento che il problema non è in nessuno di questi elementi ma nella relazione tra di essi:
Occorre sottolineare che i Sintomi, le Cause, e gli altri elementi dello SCORE non sono “dati oggettivi”, ma si basano su nostre convinzioni.
I dati non sono eventi o oggetti, ma sempre registrazioni o descrizioni o memorie di eventi o di oggetti (G. Bateson)
Questo implica che il raggiungimento dell’Obiettivo che il Cliente si pone non risolverà il problema se non, forse, a brevissimo termine.
Questo accade perché il “modo di pensare” che ha creato il problema non è, in genere, in grado di risolverlo: i problemi che vengono percepiti dalle persone sono espressione di un sistema coerente sottostante, e il vero problema è questo “modo di pensare”.
Ad esempio, un “fallito di professione” ha un modo di pensare, di desiderare e di porsi obiettivi estremamente coerenti, che gli permettono di mantenere la stabilità della sua situazione.
Per questi motivi, se si persegue l’obiettivo rimanendo all’interno dello Spazio Problema, il raggiungimento dell’obiettivo darà risultati solo temporanei.
I problemi che affrontiamo non possono essere risolti allo stesso livello di pensiero in cui eravamo quando li abbiamo creati.
A. Einstein
Colui che non può cambiare la struttura stessa del suo pensiero non sarà mai in grado di cambiare la realtà, e per questo non farà mai alcun progresso.
Anwar-el-Sadat
Lo Spazio Soluzione
Proseguendo la metafora spaziale, lo “Spazio Soluzione” deve essere più ampio dello Spazio Problema, e deve contenerlo.
Nel senso che contiene gli elementi dello Stato Presente e dello Stato Desiderato, ma grazie allo spazio più ampio favorirà una diversa configurazione, con una diversa relazione tra gli elementi stessi.
I colpi di genio dei grandi passi avanti della scienza non sono dovuti alla scoperta di soluzioni nuove a problemi ben posti. Sono dovuti alla scoperta che il problema era mal posto. (Carlo Rovelli)
L’ “allargamento” è reso possibile dalla riconfigurazione delle relazioni di causa-effetto e/o di equivalenza di significato esistenti nello Stato Presente e nello Stato Desiderato, che permetteranno di attribuire nuovi significati e di “vedere le cose in modo diverso” mediante l’aggiunta di Risorse nel Sistema (percepire/fare qualcosa di diverso).
Esempi
A titolo esemplificativo, supponiamo una situazione problematica così descritta da un cliente:
- Sintomo: nella situazione X mi spavento
- Causa: ho avuto un’esperienza negativa che mi ha traumatizzato
- Obiettivo: voglio diventare coraggioso e non provare paura
- Effetti: sarò fiero del mio coraggio e mi sentirò soddisfatto.
Questo è un tipico Obiettivo prodotto da chi questo problema lo ha saputo creare, ma non riesce a risolverlo. Pensare che il coraggio sia l’assenza (o il contrario) della paura è tipico del livello di pensiero che ha creato il problema, per parafrasare la citazione di A. Einstein.
In questo caso, la Risorsa utile per allargare lo Spazio Problema consiste nel considerare in modo nuovo la relazione tra coraggio e paura, nella quale fuggire la paura porta ad incrementarla, e guardarla in faccia porta al coraggio. (Naturalmente questa diversa relazione tra coraggio e paura non va spiegata al cliente con l’obiettivo di convincerlo razionalmente, ma deve essere fatta esperire e metabolizzare, ma non è questo l’argomento di questo post.)
Un altro esempio:
- Sintomo: non riesco a controllare quanto vorrei il lavoro dei miei collaboratori
- Causa: mancanza di strumenti manageriali ed informatici
- Obiettivo: voglio riuscire a controllare i miei collaboratori efficacemente
- Effetti: mi sentirò tranquillo
Anche in questo caso, aiutare il cliente a conseguire il suo obiettivo non sarebbe fare il suo interesse. La ricerca della tranquillità attraverso il controllo è un obiettivo impossibile da raggiungere, perché il controllo determina una maggiore esigenza di controllo: questo è un caso in cui la tentata soluzione è il problema.
Relativamente all’allargamento da Spazio Problema a Spazio Soluzione, in entrambi gli esempi si può notare che:
1. il Sintomo non scompare: cambia la relazione tra gli elementi
2. l’Obiettivo del cliente viene inteso in un modo un po’ diverso da come era stato proposto.
La descrizione degli elementi dello SCORE da parte del cliente fornisce un eccellente istantanea della percezione del problema del cliente, e di quel suo specifico “modo di pensare” che ha generato il problema. Per ottenere questo risultato, occorre accettare le definizioni del cliente di ogni singolo elemento, senza correggerlo o influenzarlo in qualsiasi senso.
Approfondimento:
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C'è un'esercitazione pratica per passare dallo spazio problema allo spazio desiderato, attivando le risorse o qualità. Ed è quella che produce risultato. Giampiero Sartarelli
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