
Parlare di leadership significa parlare di una relazione, anche se di tipo particolare. Si può parlare di leadership in campo organizzativo, come in un’Azienda, fra Capo e Collaboratori.
Indice
Ma la leadership non è solo quella esercitata da un’autorità formale; può essere esercitata anche informalmente, senza che sia necessariamente dichiarata e riconosciuta in modo esplicito.
Anche in famiglia c’è l’esercizio della leadership, che può essere più o meno distribuita tra i genitori (o anche tra i figli). Esiste il leader in un gruppo di amici; un insegnante esercita la leadership nei confronti della propria classe; un allenatore nei confronti dei giocatori; un cane da pastore nei confronti del gregge, e via enumerando. Mandela è stato il grande Leader dello stato Sudafricano.
Lo spazio-problema della Leadership
SE’ |
Abilità personali |
Consentono al leader di scegliere lo stato psicologico, l’atteggiamento, il punto di attenzione più adatto per inserirsi in una determinata situazione. Sono i processi mediante i quali il leader guida se stesso. |
ALTRI |
Abilità relazionali |
Riguardano la capacità di comprendere, di motivare e di comunicare con gli altri. Si riassumono nella capacità di comprendere la rappresentazione che l’altro ha della realtà, nello stabilire un rapporto con lui e nel guidarlo verso gli obiettivi in gioco. |
OBIETTIVO |
Abilità di pensiero strategico |
Il pensiero strategico riguarda la capacità di identificare uno stato desiderato, di analizzare la condizione di partenza e di stabilire la sequenza di condizioni intermedie che è necessario percorrere per raggiungere lo stato desiderato. |
SISTEMA |
Abilità di pensiero sistemico |
Il pensiero sistemico serve al leader per comprendere lo “spazio problema” nel quale egli sta operando e gli permette di effettuare un esame complessivo del sistema e di individuare gli elementi, le tematiche e le dinamiche di rilievo. |
Per approfondire:
- Auto organizzazione nei sistemi complessi
- Vivere in un mondo complesso
- PNL: obiettivi ben formati (niente a che vedere con SMART)
- Le 4 risorse per dare il meglio di sé
- Il coraggio di avere fiducia
I livelli logici della Leadership
Il contesto, o ambiente, è l’origine dei vincoli e delle opportunità in cui ci si trova ad agire. Il livello «ambientale» della leadership si collega, ad esempio, alle reazioni delle persone e comporta il controllo di aspetti della situazione quali il tipo di spazio, il livello di rumore, l’alimentazione ecc. Questi stimoli esterni, infatti, influenzano le risposte e lo stato interno del leader e dei collaboratori.
Il livello dei comportamenti riguarda le specifiche attività comportamentali in cui il leader e i suoi collaboratori sono impegnati. I comportamenti costituiscono spesso la prova principale del raggiungimento degli obiettivi organizzativi.
Le capacità sono i fattori che orientano e dirigono le azioni e i comportamenti per il tramite delle mappe mentali, dei piani e delle strategie. Le capacità del leader coincidono con le strategie e le mappe mentali utili per orientare i comportamenti dei collaboratori.
Nelle credenze e nei valori si trova la motivazione, in grado di sostenere o di inibire le capacità e i comportamenti. Oltre a sviluppare abilità comportamentali e competenze, il leader efficace deve saper cogliere i presupposti, le credenze e i valori dei suoi collaboratori. Il grado di accettazione o di rifiuto di un compito da parte dei collaboratori dipende infatti dalla sua integrabilità o non integrabilità con il sistema di valori personale o culturale in campo.
L’identità consiste nel ruolo assolto da una persona, nella missione che la ispira e nel suo senso di sé.
La vision si collega al sistema allargato del quale il singolo individuo fa parte e all’influenza e al senso di direzione che esercita sul gruppo e sull’organizzazione. E’ il risultato della nostra percezione di appartenenza ai sistemi più ampi che ci circondano.
Sono questi fattori a determinare la direzione delle azioni del Leader. Ogni successivo livello di cambiamento coinvolge sistemi sempre più vasti, e implica differenti processi e interazioni che incorporano le informazioni del livello precedente e le rielaborano.
Le pratiche della leadership
- Sfidare l’esistente: i leader accettano la sfida, sono pronti a correre dei rischi, e hanno la capacità di sperimentare innovazioni nel compimento degli obiettivi desiderati
- Ispirare una visione condivisa: i leader sono in grado di creare una chiara visione del futuro e, attraverso il dialogo, motivare gli altri ad impegnarsi per quel futuro
- Attivazione degli altri ad agire: i leader devono responsabilizzare gli altri membri della squadra, condividere informazioni, e delegare l’autorità, invece di provvedere da soli
- Fare ciò che si dice e dire ciò che si fa: i leader dimostrano la coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa, e danno l’esempio. Celebrano anche le piccole vittorie e ciò aumenta nel gruppo la fiducia e il coraggio per le sfide future
- Sostegno e supporto: i leader costruiscono una rete sociale di sostegno al di fuori del quadro organizzativo tradizionale
La leadership situazionale
Un altro contributo importante che noi utilizziamo nella formazione e nel coaching è il lavoro di Kenneth Blanchard e Paul Hersey: Leadership situazionale: come valutare e migliorare le capacità di gestione e guida degli uomini.
Questo modello mette l’accento sul fatto che lo stile di leadership deve adattarsi alle situazioni e alle caratteristiche dei vari collaboratori.
“La scelta dello stile di leadership dipende dalle caratteristiche specifiche dei collaboratori coinvolti e del compito da svolgere, è pertanto contingente.” (Blanchard, Hersey)
Secondo questo modello, il leader funge da:
- punto focale del compito (comportamento direttivo)
- facilitatore della relazione (comportamento di sostegno)
Queste due dimensioni della leadership vengono espresse graficamente così:
- L’orientamento al compito è definito come il grado in cui il leader si impegna a definire doveri e responsabilità del singolo individuo o del gruppo. Sul piano del comportamento questo vorrà dire spiegare alle persone cosa devono fare, come devono farlo, quando devono farlo, dove e con chi devono fare che cosa. Orientandosi al compito, il leader tende a sviluppare le competenze del collaboratore.
- L’orientamento alla relazione è definito come il grado in cui il leader si impegna in comunicazioni a due o a più vie nel caso vi sia più di un interlocutore. Sul piano del comportamento questo vorrà dire ascoltare, incoraggiare, facilitare, chiarire e dare il necessario sostegno relazionale. Nell’orientamento alla relazione viene sviluppata la motivazione e l’impegno.
Dalla combinazione di queste due dimensioni, nascono quattro diversi stili di leadership:
Non esiste uno stile efficace per tutti. Per scegliere lo stile più efficace, il Leader deve compiere una precisa diagnosi, collaboratore per collaboratore.
È utile utilizzare un modello a due dimensioni, che prenda in esame, per ogni collaboratore, l’impegno e le competenze professionali.
- l’impegno è definito come il grado di motivazione con cui la persona è disponibile a portare a termine un certo compito.
- la competenza dipende dalle conoscenze, dall’esperienza e dalla capacità ad effettuare un compito.
In base a questa diagnosi, il leader modula la quantità di orientamento al compito e alla relazione in base alle caratteristiche del lavoratore:
Questi stili di leadership possono degenerare in modi di gestire le persone che sono un’esagerazione caricaturale degli stili di leadership.
