La performance eccezionale: cosa caratterizza un fuoriclasse

 
 

Cosa c’è alla base di performance eccezionali? Cosa distingue un ottimo giocatore di calcio da giocatori di medie capacità? O un maestro di scacchi da un semplice giocatore? Un grande capitano d’Azienda da altri che hanno meno successo? 

In generale, cosa hanno di diverso dagli altri le persone che sono in grado di mettere in atto prestazioni eccezionali?

Sono domande molto interessanti per chi si occupa di Coaching e per chi intende migliorare le proprie prestazioni, e alle quali abbiamo già dedicato due post:

Entrambi questi articoli (e anche il presente post) sono ispirati dal lavoro di K. A. Ericsson, che consideriamo, a livello mondiale, il maggiore esperto di performance eccezionali.

numero 1 si diventa

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In quasi ogni ambito, un “fuoriclasse” dimostra la capacità di individuare schemi ricorrenti in un insieme di realtà che agli occhi degli altri sembrerebbero casuali o disordinate.


Questo dipende  dalla quantità e dalla qualità delle sue rappresentazioni mentali. 

Grazie ad anni di pratica, i fuoriclasse sviluppano raffigurazioni estremamente complesse e sofisticate delle varie situazioni che incontrano nel loro ambito di attività. Queste rappresentazioni permettono loro di prendere decisioni più rapide e accurate e di rispondere in modo più veloce ed efficace nelle varie situazioni.

Nel post sulla nostra Mappa del mondo avevamo sottolineato che la nostra rappresentazione della realtà non è la realtà stessa, la mappa non è il territorio. Sembra un discorso astratto, ma in realtà tutti noi, quotidianamente, usiamo le rappresentazioni mentali.

La GiocondaQual è la nostra rappresentazione mentale del capolavoro di Leonardo da Vinci?

A qualcuno di noi  verranno in mente gli occhi, a molti il viso nel suo complesso; nella rappresentazione di qualcuno potrebbero esserci anche lo sfondo, con più o meno dettagli.

Naturalmente uno studioso d’arte che si sia dedicato molto a quest’opera avrà la rappresentazione più dettagliata.

Pensiamo alla rappresentazione mentale di una parola, come “opossum”. Se non sapete cosa sia, o non avete mai visto un opossum, ne avrete una rappresentazione molto povera.

opossumSe vi trasferiste in America del Nord e aveste a che fare con questi animali, imparereste che hanno la coda prensile, che si arrampicano sugli alberi, che sono marsupiali, che sono, tendenzialmente, solitari, che hanno mantello e dimensioni diverse a seconda delle specie…

Gradualmente queste informazioni si integrano, dando luogo ad un concetto complessivo.

A questo punto, sentendo la parola opossum, saranno accessibili alla vostra memoria tutte le informazioni relative. Avrete aggiunto “opossum” non solo al vostro vocabolario, ma anche alle vostre rappresentazioni mentali.

Nel post Come superare problemi quotidiani di memoria avevamo scritto:

Adriaan De Groot, uno psicologo olandese, sottopose ad una interessante analisi alcuni maestri di scacchi. Sottoposti a vari tipi di test, dimostrarono di avere una memoria assolutamente nella norma. Tuttavia ricordavano con precisione quasi assoluta la disposizione dei pezzi su una scacchiera nelle varie fasi di una partita.
Se, però, la disposizione dei pezzi non si riferiva alla fase di una partita, ma i pezzi erano stati disposti a casaccio dando luogo a configurazioni impossibili, i maestri di scacchi non riuscivano a ricordarla: una scacchiera con pezzi disposti in modo causale non ha un contesto, non può essere paragonata ad altre scacchiere, non fa venire in mente una partita del passato.
La conoscenza approfondita in qualche campo, quindi,  potenzia la capacità di ricordarne i minimi dettagli. Gli esperti vedono il mondo da un’altra prospettiva: si accorgono di cose che i non esperti non notano. Puntano direttamente sull’informazione più rilevante e sanno in modo quasi automatico come servirsene, ma, soprattutto, filtrano l’enorme quantità di informazioni che ricevono dai sensi  in modo più raffinato.

Se vi chiedessimo di ricordare il seguente elenco di parole:

  • «stava profumate davanti che noccioline lui la fame a mangiando appena a donna la cosi in riusciva che lui contenere»

non avreste un grande successo, al massimo ricordereste le prime 5 o 6.
Se, invece, vi chiedessimo di memorizzare le seguenti parole:

  • «La donna davanti a lui stava mangiando noccioline così profumate che lui riusciva appena a contenere la fame»

le cose andrebbero molto meglio: ricordereste l’intera frase, o poco meno.

Le parole sono le stesse,  ma il secondo elenco dà luogo ad una frase che ci permette di “dare un senso” a ciò che stiamo leggendo, usando «rappresentazioni mentali» preesistenti. Non sono parole disposte a caso: significano qualcosa, e il significato agevola la memoria.

Ericsson ha studiato la qualità delle rappresentazioni mentali di giocatori di calcio: nel loro gruppo di osservazione, c’erano giocatori molto bravi e altri meno brillanti.

Hanno mostrato alcuni video di partite disputare interrompendo la riproduzione nel momento in cui un giocatore aveva appena ricevuto la palla.

Hanno allora chiesto ai membri del gruppo di osservazione di pronosticare cosa sarebbe successo da lì in poi. Il giocatore in possesso di palla l’avrebbe conservata, avrebbe tentato un tiro in porta o avrebbe passato il pallone a un compagno?

Le performances eccezionali: cosa c’è alla base

È emerso che i giocatori più bravi erano anche molto più abili a decidere cosa avrebbe dovuto fare il giocatore in possesso di palla. Inoltre è stata messa alla prova la loro memoria sulla posizione in campo dei vari calciatori e sulle direzioni in cui si muovevano, chiedendo loro di ricordare il più possibile dell’ultimo fotogramma del video. Anche in quel caso i più bravi ottenevano risultati migliori rispetto agli altri. 

Rappresentazioni mentali

L’esito di questo esperimento dimostra che la maggiore capacità messa in mostra dai giocatori più abili nel prevedere le azioni future era correlato alla loro capacità di immaginare più esiti possibili e di vagliarli rapidamente per scegliere il più promettente. Capivano quali movimenti e interazioni tra giocatori fossero più importanti, e questo consentiva loro di prendere decisioni più efficaci su dove spostarsi, quando passare palla, a chi e così via.

I campioni non fanno cose straordinarie. Fanno cose normali, ma lo fanno senza pensarci, troppo rapidamente perché l’altra squadra possa reagire. Seguono le abitudini che hanno acquisito.
Charles Duhigg
citazione Chambliss

Per sviluppare rappresentazioni mentali di alto valore qualitativo occorre dedicarsi a quella che Ercsson chiama “Pratica Intenzionale”, di cui abbiamo parlato nel post I limiti della performance e come superarli:

La Pratica Intenzionale

Ciò che caratterizza gli “esperti” è l’impegno in un esercizio quotidiano molto mirato: la pratica intenzionale.
La pratica intenzionale deve essere, per sua natura, difficoltosa per sviluppare l’attenzione: quando un musicista con un atteggiamento da  dilettante si esercita, di solito, suona qualche brano piacevole da eseguire, mentre l’esperto esegue noiosissimi esercizi o si concentra su alcuni passaggi difficili. I migliori pattinatori su ghiaccio si allenano provando i salti che eseguono più raramente, mentre i dilettanti perfezionano quelli che conoscono già.

Pratica intenzionale e rappresentazioni mentali

In sostanza si può dire che quanto più si conosce un argomento, una situazione tanto più si è in grado di farsi delle rappresentazioni accurate, di immaginare e fare ipotesi, di fare collegamenti e connessioni tra i diversi elementi oggetto di conoscenza. Questo aiuta a sviluppare la capacità di “sperimentazione” e d’innovazione, e la capacità di verificare che le ipotesi abbiano un fondamento. Questo processo finisce per sviluppare ulteriormente le conoscenze e le capacità possedute.

Maria Soldati e Fabrizio Pieroni

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