Come raggiungere i tuoi obiettivi con piccoli passi

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Dopo aver formulato correttamente un obiettivo in modo ecologico, la questione all’ordine del giorno diventa come raggiungerlo. La risposta a questa domanda consiste, in genere, nella messa a punto di un piano d’azione per passare dallo stato presente allo stato desiderato.

Elaborare un piano d’azione efficace, a volte, può risultare difficile. Esiste un modo semplice ed efficace per farlo?

Tutto quello che ti serve sapere per raggiungere i tuoi obiettivi

Alcuni anni fa abbiamo avuto l’opportunità di riflettere a fondo sugli obiettivi e il loro conseguimento: nel 2008 abbiamo fatto il Cammino di Santiago.
Per chi non ne avesse sentito parlare, si tratta di un pellegrinaggio di più di 800 KM., che parte dalla Francia e arriva a Santiago di Compostela. Non siamo molto abituati a camminare, e la sfida era per noi molto impegnativa.
Cammino di Santiago prima tappa
Cammino di Santiago: prima tappa

In particolare, la prima tappa del percorso tradizionale parte in Francia, nella zona dei Pirenei. Si parte da Saint Jean Pied de Port, piccola e graziosa cittadina medievale, per arrivare a Roncisvalle che è un Comune spagnolo di 30 abitanti, che si trova non lontano dal valico pirenaico di Roncisvalle, così importante nel quadro epico del Ciclo Carolingio. A Roncisvalle, luogo estremamente suggestivo, tradizionalmente c’è la benedizione dei pellegrini.

La prima tappa del Cammino prevede il superamento dei Pirenei per il punto più alto, il colle di Lepoeder a quota 1430 metri sul livello del mare. Pertanto presenta un dislivello di ben 1265 metri che aggiunti alla lunghezza di quasi 26 km ne fanno una tappa piuttosto dura.
Nel percorrere questa prima tappa era veramente impressionante alzare lo sguardo sui passi pirenaici che avremmo dovuto raggiungere (per non parlare della meta finale, Santiago). In breve tempo, abbiamo capito che era meglio non focalizzarci sul nostro obiettivo finale, ma che avremmo potuto concentrarci solo sul singolo passo che stavamo facendo in quel momento; questo ci permetteva di direzionare il nostro impegno, di automotivarci e di porci, immediatamente dopo, un altro piccolo obiettivo (il passo successivo) alla nostra portata.
Cammino Santiago ancora prima tappa
Ancora la prima tappa

Abbiamo sperimentato che focalizzarci sulla meta da raggiungere era controproducente: ci faceva sentire inadeguati. Casomai, era più motivante volgere il nostro sguardo indietro, verso il punto da cui provenivamo, e constatare con soddisfazione i progressi compiuti.

Concentrarci sul passo che stavamo facendo in quel momento comportava inoltre che fossimo completamente focalizzati sul qui ed ora. I nostri pensieri non facevano inutili escursioni nel futuro, e le nostre risorse erano utilizzate per superare le difficoltà che in quel preciso momento stavamo incontrando.

In questo modo abbiamo raggiunto Roncisvalle e via via, passo dopo passo e tappa dopo tappa, abbiamo raggiunto Santiago di Compostela.

E’ spesso più efficace focalizzarsi non sul raggiungimento dell’obiettivo finale, ma sui piccoli passi che avvicinano ad esso.
Obiettivo raggiunto!
Obiettivo raggiunto!

Sono molti i Modelli che utilizzano concezioni di questo tipo, ma la scuola che maggiormente se ne è occupata è quella di Steve De Shazer che ha elaborato il metodo Solutions Focus, di cui abbiamo direttamente sperimentato l’efficacia nella nostra professione di Counselor, Coach e Formatori.

Coelho_cammino santiago

Il cammino di Santiago

Focus sulla soluzione

La principale particolarità di questo Modello consiste nell’essere completamente focalizzato sulla Soluzione, senza alcuna analisi delle cause del problema o del  suo funzionamento: risolvere un problema del cliente «non significa che il problema del cliente necessiti di un’attenta analisi, e non c’è bisogno di parlarne molto a lungo» , infatti «non c’è bisogno che le soluzioni siano direttamente connesse al problema che vogliono risolvere» (S. De Shazer).
Secondo questo Modello, un obiettivo ben formulato deve essere piccolo, alla portata della persona. A fronte di obiettivi vaghi e troppo grandi, la domanda è: «Quale sarebbe il primo piccolo passo che le indicherebbe di essersi avviato…». Alla base di questo modo di concepire gli obiettivi ci sono alcuni presupposti: il primo è che il futuro è imprevedibile, le persone cambiano continuamente e si adattano alle mutate condizioni, perciò qualsiasi piano a lungo termine diventa obsoleto. Ponendosi obiettivi molto piccoli si garantisce una continua possibilità di auto correggersi strada facendo e di ri-direzionarsi.
effetto butterfly
Effetto Butterfly
Ma ci sono anche altri motivi per preferire un cambiamento fatto di progressivi, piccoli passi. La maggior parte dei problemi si sviluppano e sono mantenuti all’interno delle relazioni e delle interazioni tra le persone. Se volete cambiare le cose, lo potete fare aiutando qualcuno degli attori del sistema a cambiare il proprio comportamento.
A questo punto, un piccolo cambiamento in un settore in un’area delimitata può provocare profondi cambiamenti in molte altre aree  (effetto Butterfly). Spesso c’è bisogno di cambiamenti minimi per iniziare a risolvere i problemi, e, una volta innescato il cambiamento, questo viene portato avanti in maniera spontanea.
Produrre un piccolo cambiamento nel comportamento di una persona, per quanto la situazione possa essere difficile e complessa, può portare a differenze profonde e di vasta portata nel comportamento di tutte le persone coinvolte.

Ognuno di noi è intrappolato in numerose ragnatele, che mentre limitano i nostri movimenti trasmettono le nostre vibrazioni più impercettibili a destinazioni remote. La nostra routine quotidiana influenza le vite di persone e animali dall’altra parte del mondo, e gesti individuali possono in modo inaspettato incendiare il mondo intero, come è accaduto quando Mohamed Bouazizi si è immolato in Tunisia innescando la scintilla che ha portato alla Primavera araba, e quando le donne che hanno condiviso le loro storie di molestie sessuali hanno dato vita al movimento #MeToo. (Yuval N. Harari)

Le scale di Steve De Shazer

Una maniera adottata da Steve De Shazer per incoraggiare nei clienti piccoli cambiamenti è l’utilizzo delle “Scale”. Un esempio potrebbe essere il seguente:
  • Su una scala da 1 a 10, dove 0 rappresenta il peggio che si sia mai fatto e 10 il tuo obiettivo completamente raggiunto, a che punto collocheresti la situazione attuale?
  • [Supponiamo che il cliente risponda di essere a 6]
  • In questo momento ti trovi a 6: che cosa hai fatto per arrivare fin qui?
  • Cosa ti impedisce di scivolare a 5?
  • Di cosa avresti bisogno per arrivare a 6 ½ ?
  • Come potresti capire di aver raggiunto 6 ½ ? Come lo potrebbero capire gli altri?
  • Quali potrebbero essere i primi segni di un minimo progresso?
I cambiamenti incoraggiati dall’uso delle scale sono:
    • attuabili fin da subito
    • sono visti come una partenza, non come una battuta d’arresto
    • sono molto più facili da incorporare nella vita del cliente di quelle che potrebbe suggerirgli un “esperto”, risultando molto ecologiche.
Per approfondire il modello di Steve de Shazer: La domanda del miracolo nel Coaching
Per dare la possibilità di sperimentare esperienze di questo genere, abbiamo programmato, con PNL Apps, una escursione di alcune tappe della Via Francigena.

Lo scopo del viaggio è il viaggio stesso

Sarà un esperienza in cui utilizzare l’Archetipo del Viandante, presente in ognuno di noi. Come il Viandante, per qualche giorno non avremo una casa e ci impegneremo nello scoprire chi siamo e cosa vogliamo. Per il Viandante lo scopo del viaggio non è arrivare, ma tutto ciò che si può sperimentare progredendo verso la meta.
Una bellissima esemplificazione di questo atteggiamento è la poesia “Itaca” di C. Kafakis:
Quando ti metterai in viaggio per Itaca 
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere d’incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo
né nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro,
se l’anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti – finalmente, e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta, più profumi
inebrianti che puoi,
va’ in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

Approfondimento: 
Obiettivi, valori e azione impegnata
Superare gli ostacoli

Maria Soldati & Fabrizio Pieroni

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6 Commenti

  1. Caro Fabrizio e cara Maria, grazie per i vostri post sempre letti con attenzione da Roma. Spero di venirvi presto a trovare. Buone Feste! silvia

  2. Caro Fabrizio e cara Maria, grazie per i vostri post sempre letti con attenzione da Roma. Spero di venirvi presto a trovare. Buone Feste! silvia

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