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Lo psicologo della felicità
I momenti migliori della nostra vita non sono tempi passivi, ricettivi, rilassanti… I momenti migliori di solito si verificano se il corpo e la mente di una persona sono spinti ai loro limiti nello sforzo volontario di realizzare qualcosa di difficile e per cui ne valga la pena (M. Csikszentmihalyi)

Questo particolare stato d’animo è stato studiato da Mihaly Csikszentmihalyi, uno psicologo ungherese emigrato negli Stati Uniti quando aveva 22 anni e che ha scelto la felicità come oggetto dei suoi studi e delle sue ricerche. Dal momento che il suo cognome risulta impronunciabile, fate conto di leggere: «Chicks sent me high lee», e il risultato sarà quasi soddisfacente.
“Per più di 50 anni mi sono interessato al concetto di felicità. Alla fine del secondo conflitto mondiale la gente, in grande parte dell’Europa, era a terra. Molti avevano perso i figli, altri tutti i loro beni. Eppure tra tanta disperazione ho incontrato persone che erano riuscite a mantenere intatto il loro coraggio, che continuavano ad aiutare gli altri e a dare un senso alla propria vita. Sono diventato psicologo per capire quale era il loro segreto (…) per capire come si può vivere la vita come un opera d’arte e non come una serie di risposte caotiche ad eventi esterni”
Altri studi rivelano che le vittime di eventi tragici, come, ad esempio, rimanere paralizzati, soffrono molto per un certo periodo, ma recuperano abbastanza presto il loro abituale livello di felicità.
Il contrario vale per coloro cui tocca una ricchezza inattesa: i vincitori di lotterie sono più felici per qualche mese, poi ritornano al loro stato abituale o cadono addirittura al di sotto di esso.
Approfondimento: Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?
Nella situazione di Flow tutto si svolge in armonia con ciò che si vuole ottenere: il rocciatore che fa la sua ascensione «perfetta», l’atleta che migliora il proprio record, il musicista che compone, l’architetto che disegna e ultima il suo progetto, il cuoco che prepara un piatto particolarmente complesso…
Le esperienze di Flow sono generate dall’impegnarsi in compiti sfidanti e che mettono a dura prova le proprie capacità.
Lo stato di Flow
Secondo Csikszentmihalyi, lo stato di Flow è caratterizzato da alcune precise condizioni:
- Bilanciamento tra sfida e capacità
- Integrazione tra azione e consapevolezza
- Obiettivi chiari
- Feedback immediato e inequivocabile, sostanzialmente contemporaneo all’azione
- Concentrazione totale sul compito
- Nessun problema di controllo
- Perdita del senso di sé
- Perdita del senso del tempo
- Esperienza autotelica, che ha la sua ricompensa in se stessa
Il giocatore appare come immerso in un flusso di azioni che richiedono la sua energia, e che come risultato gli danno più potenza e precisione. In genere il giocatore è “caldo” fino a quando non pensa a quello che sta facendo: nel momento in cui cerca di mantenere il controllo, lo perde (Timothy Gallwey, Il gioco interiore del tennis)
1. Bilanciamento tra sfida e capacità
Andare oltre i propri limiti e accettare sfide impossibili genera esperienze frustranti. Dedicarsi a compiti al di sotto delle proprie potenzialità genera invece esperienze di noia. Le esperienze di Flow sono generate dall’impegnarsi in compiti che siano sfidanti e che mettano a dura prova le proprie capacità
2. Integrazione tra azione e consapevolezza
3. Obiettivi chiari
Siamo in grado di esprimere al meglio noi stessi solo quando abbiamo definito cosa, precisamente, vogliamo ottenere.
Questa condizione ci porta a sentire di avere il pieno dominio delle nostre azioni, tanto da poter esercitare il controllo degli avvenimenti esterni
4. Feedback immediato e inequivocabile, sostanzialmente contemporaneo all’azione
5. Concentrazione totale sul compito
Il flow è quello stato in cui l’individuo è nel “qui ed ora” e la mente non vaga tra passato e futuro ma è associata interamente al corpo e alle emozioni.
6. Nessun problema di controllo
La totale immedesimazione nel compito e la chiarezza dell’obiettivo genera quello che viene percepito come «senso di controllo», senza nessun problema.
7. Perdita del senso di sé
Una caratteristica tipica dello stato di Flow consiste nel non prestare attenzione al nostro ego o almeno a cercare di “tirarlo dentro l’azione”.
8. Perdita del senso del tempo
9. Esperienza autotelica, che ha la sua ricompensa in se stessa
Autotelico viene dal greco (auto + telos) e la parola “telos” significa “fine”, “obiettivo”
Un’esperienza “autotelica” , quindi, è quella in cui la persona è concentrata e attenta alla realizzazione della attività stessa e al piacere che prova nel farla, e non alle conseguenze e alle eventuali ricompense dell’attività stessa.
La motivazione all’azione nasce quindi dal piacere intrinseco, fine a se stesso, che si prova proprio nello svolgere quella determinata attività
Approfondimento:
Il Flow e il “gioco interiore del tennis”
Timothy Gallwey col suo libro “Il gioco interiore del tennis” è stato un precursore del Coaching sportivo, e anche del Coaching in generale.
Le sue descrizioni di quello che si proponeva di ottenere dai suoi giocatori assomigliano molto allo stato di Flow.
Quando un tennista è “caldo” non pensa a come, quando o perfino dove colpire la palla. Non si sforza di colpirla, e dopo il colpo non pensa a quanto il contatto con essa sia stato buono o cattivo. Sembra di colpire la palla tramite un processo che non richiede alcun pensiero. Potrà esserci consapevolezza della visione, del suono e del feeling della palla, forse anche dell’aspetto tattile, ma il giocatore si limita a sapere senza pensare a quel che deve fare.
Calmare la mente significa meno pensiero, calcolo, giudizio, preoccupazione, paura, speranza, sforzo, rimpianto, controllo, agitazione o distrazione. La mente è quieta quando è ferma nell’ora e nel qui, e attore e azione sono un tutt’uno. Il Gioco Interiore nel Tennis si propone di aumentare la frequenza e la durata di tali momenti, calmando la mente gradualmente e realizzando un’espansione continua della nostra capacità di imparare e giocare.
Il Flow e la vita quotidiana

Video su TED con un intervento dello stesso Csikszentmihalyi.
Grazie a te, Davide!
Ho visto qualche video di Dan Gilbert su Ted, ma questo non mi sembra, ora lo guardo.
Secondo me il Flow è collegato alla performance, nel senso che lo stato di Flow assicura una performance di buon livello, in qualsiasi campo. Naturalmente un buon livello relativamente alla persona che lo mette in atto.
Si, sarebbe un bell'esperimento "modellare" lo stato di flow di persone diverse e confrontarle…. Potremmo farlo a PNL Apps!
Grazie a te, Davide!
Ho visto qualche video di Dan Gilbert su Ted, ma questo non mi sembra, ora lo guardo.
Secondo me il Flow è collegato alla performance, nel senso che lo stato di Flow assicura una performance di buon livello, in qualsiasi campo. Naturalmente un buon livello relativamente alla persona che lo mette in atto.
Si, sarebbe un bell'esperimento "modellare" lo stato di flow di persone diverse e confrontarle…. Potremmo farlo a PNL Apps!
Grazie per l'articolo!
Da quanto ho letto (le 9 condizioni) e ripensando alle mie esperienze di Flow, la performance (di buon livello, o livello eccellente) è la conseguenza di questo stato; una sorta di "ciliegina sulla torta".
Credo di poter affermare, anche sulla scorta di parecchie interviste fatte ad atleti di punta, che il Flow arriva quando davvero ti scordi completamentamente del risultato che vuoi ottenere (la vittoria); ho vinto perché non mi sono più occupato di doverlo fare !
un caro saluto,
Mauro (Chierici)
Trainer NLP (PNL meta … 1990)
Grazie per l'articolo!
Da quanto ho letto (le 9 condizioni) e ripensando alle mie esperienze di Flow, la performance (di buon livello, o livello eccellente) è la conseguenza di questo stato; una sorta di "ciliegina sulla torta".
Credo di poter affermare, anche sulla scorta di parecchie interviste fatte ad atleti di punta, che il Flow arriva quando davvero ti scordi completamentamente del risultato che vuoi ottenere (la vittoria); ho vinto perché non mi sono più occupato di doverlo fare !
un caro saluto,
Mauro (Chierici)
Trainer NLP (PNL meta … 1990)
Grazie Mauro per questo commento.
Sono d'accordo con te: sembra paradossale, ma gli obiettivi li raggiungi meglio quando, pur lavorando per raggiungerli, ti dimentichi un po' di loro…
Grazie Mauro per questo commento.
Sono d'accordo con te: sembra paradossale, ma gli obiettivi li raggiungi meglio quando, pur lavorando per raggiungerli, ti dimentichi un po' di loro…
Questo post è stato illuminante per la mia attuale situazione di noia! Finalmente riesco a dargli una spiegazione.
La cosa incredibile è che spesso si hanno risultati scadenti in cose che in realtà sono più semplici e risultati brillanti in cose oggettivamente complesse, questo probabilmente è dovuto al fatto che la noia ci porta a svolgere con poca cura i compiti.
Grazie mille!
Questo post è stato illuminante per la mia attuale situazione di noia! Finalmente riesco a dargli una spiegazione.
La cosa incredibile è che spesso si hanno risultati scadenti in cose che in realtà sono più semplici e risultati brillanti in cose oggettivamente complesse, questo probabilmente è dovuto al fatto che la noia ci porta a svolgere con poca cura i compiti.
Grazie mille!
Si, probabilmente è così!
Grazie a te!
Si, probabilmente è così!
Grazie a te!