Certe sensazioni di estraneità, di solitudine e di sofferenza, che a volte sperimentiamo, possono avere alla base alcuni aspetti della nostra vita attuale. Questo post è l’ideale continuazione del precedente La capacità di immaginare e di raccontare storie, che aveva evidenziato che ciò che ha portato il genere umano a dominare il pianeta consiste in una specifica caratteristica:
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Tuttavia la caratteristica davvero unica del nostro linguaggio non è la capacità di trasmettere informazioni su uomini e leoni. E’ piuttosto la capacità di trasmettere informazioni su cose che non esistono affatto. Per quanto ne sappiamo, solo i Sapiens sono in grado di parlare di intere categorie di cose che non hanno mai visto, toccato o odorato. … Il punto è che la finzione ci ha consentito non solo di immaginare le cose, ma di farlo collettivamente. … I Sapiens sono in grado di cooperare in modi estremamente flessibili con un numero indefinito di estranei. Ecco perché governano il mondo. (Yuval Noah Harari)
Questa capacità di immaginare, di raccontare storie e di crederle vere collettivamente é alla base di gran parte delle realizzazioni dell’umanità. Per fare una guerra, o per fare una rivoluzione, occorre che molte persone credano in una serie di cose come popolo, patria, diritti inalienabili … tutte cose che esistono solo nella loro mente.
I diritti inalienabili non esistono in natura: gli uccelli volano non perché hanno il diritto di volare, ma perché hanno le ali. E in questo non c’è niente di inalienabile: sono invece passibili di costanti mutazioni e possono addirittura perdersi del tutto nel corso del tempo. Ad esempio, lo struzzo è un uccello che ha perduto la sua capacità di volare.
Solitudine dell’uomo di oggi.
Gli uomini non hanno mai abitato il mondo, ma sempre e solo la descrizione che di volta in volta il mito, la religione, la filosofia, la scienza hanno dato del mondo. (Umberto Galimberti)
Nella maggior parte delle culture antiche e moderne, fin dagli albori della civiltà, sono esistite credenze e pratiche magiche, con caratteristiche sostanzialmente simili anche se formalmente diverse. Pensiamo ad un mondo in cui le streghe esistono, e le persone ci credono fermamente. Evidentemente è un luogo molto diverso da quello in cui noi oggi viviamo.
I mondi in cui gli uomini hanno vissuto in passato, a differenza del nostro, era abitato da tutta una serie di entità spirituali che accompagnavano ogni fase della vita di un uomo. Visioni di questo genere sono state messe in crisi dal progredire della scienza e della tecnologia.
L’uomo contemporaneo versa in una situazione di incertezza e di precarietà. La sua condizione è simile a quella di un viandante che per lungo tempo ha camminato su una superficie ghiacciata, ma che con il disgelo avverte che la banchisa si mette in movimento e va spezzandosi in mille lastroni. La superficie dei valori e dei concetti tradizionali è in frantumi e la prosecuzione del cammino risulta difficile.(Franco Volpi)
L’atteggiamento fondamentale dell’animismo consiste nel proiettare nella natura inanimata la coscienza e l’intenzionalità che caratterizzano l’uomo. Questo permetteva di percepire una vicinanza con la natura che rassicurava e che permetteva una continua relazione. Pensiamo al cambiamento di prospettiva che ha portato la rivoluzione copernicana. La terra che girava intorno al sole, che a sua volta era lanciato in una corsa senza meta, dimostrava la relatività di ogni movimento e di ogni posizione nello spazio. L’universo perse la sua identità e il suo ordine; era divenuto per l’uomo solo un immenso campo di indagine.
La conseguenza fu il decentramento dell’universo. La nuova descrizione implicava ancora le antiche parole, ma queste, nell’indicare le cose, non designavano più la loro essenza, ma solo la loro relazione. Senza più né “alto” né “basso”, né “dentro” né “fuori”, né “lontano” né “vicino”, l’universo perse il suo ordine, la sua finalità e la sua gerarchia per offrirsi all’uomo come pura macchina indagabile con gli strumenti della ragione fatta calcolo. Da terra-madre la terra divenne materia indifferente, il cielo cedette la mitologia delle stelle alla polvere cosmica, e l’anima dell’uomo, congedatasi da ogni orizzonte di senso, prese a vagare in compagnia di quello che Nietzsche chiama “il più inquietante fra tutti gli ospiti: il nichilismo”, in cui riconosciamo la cadenza del nostro attuale pensare e disorientato sentire. (Umberto Galimberti)
Se accetta questo messaggio in tutto il suo significato, l’uomo deve infine destarsi dal suo sogno millenario per scoprire la sua completa solitudine, la sua assoluta stranezza. Egli ora sa che, come uno zingaro, si trova ai margini dell’universo in cui deve vivere. Ma allora chi definisce il bene e il male? Tutti i sistemi tradizionali ponevano l’etica e i valori fuori della portata dell’uomo. I valori non gli appartenevano: gli si imponevano e lo possedevano. Ora invece sa di essere il solo a possederli, sa che finalmente li può padroneggiare e gli sembra allora che essi si dissolvano nel vuoto indifferente dell’universo (Jacques Monod)
Una ricerca di spiritualità: la New Age
Forse è anche per questo che sono nati, nel campo della crescita personale, movimenti ispirati alla ricerca della spiritualità, come la New Age. Constatando che l’abbandono di una visione del mondo piena di presenze spirituali poteva creare disagio e un senso di estraneità, si è provato a ritornare al passato e a ricrearle. In quest’ottica, il passato e la tradizione vengono descritti come un’età dell’oro, in modo fortemente idealizzata e ben poco corrispondente alla realtà storica. Tuttavia, per l’uomo di oggi è impossibile credere alle presenze spirituali delle tradizioni; può cercare di fare finta di crederci, ma il risultato non è lo stesso. Il termine “New Age” (letteralmente “nuova era”) iniziò a essere diffuso dai mass media statunitensi nei tardi anni sessanta, per descrivere le forme di controcultura spirituale interessate a pratiche e concetti come il channeling, la reincarnazione, la cristalloterapia, certe medicine alternative, e numerosi “misteri” di difficile interpretazione come gli UFO o i cerchi nel grano, o anche i “bambini indaco”.
Le numerose e diverse concezioni riconducibili a questa denominazione sono accomunate dall’ideale dell’avvento di un “mondo nuovo” o di una “nuova era”, spesso indicata astrologicamente come età dell’Acquario (l’età attuale è detta dei Pesci).
Sotto la definizione di New Age vengono fatte ricadere molte realtà di diversa natura: semplici stili di vita, filosofie, religioni, medicine alternative, organizzazioni, aziende e via dicendo, caratterizzate da un approccio eclettico e individuale all’esplorazione della spiritualità. Il termine New Age è anche ampiamente e ufficialmente utilizzato per riferirsi al vasto segmento di mercato in cui si vendono libri, beni e servizi connessi a tali visioni del mondo. (Vedi Wikipedia)
A volte una rete New Age può essere più spostata verso il polo magico, altre volte verso quello psicologico: tuttavia le due tendenze si contaminano e si incrociano.
Negli articoli di Pragmatica-mente.com non abbiamo mai fatto riferimento alla regressione in vite anteriori, né alla possibilità di uscire dal proprio corpo, né alla “legge di attrazione”, né al potere terapeutico dei cristalli, né al potere divinatorio dei tarocchi o dell’astrologia. Non abbiamo mai fatto un atto di fede verso queste cose.
Il Rasoio di Occam
Teniamo in grande considerazione il principio logico del Rasoio di Occam. Il principio, ritenuto alla base del pensiero scientifico moderno, fu espresso nel XIV secolo dal filosofo e frate francescano inglese Guglielmo di Ockham.
In estrema sintesi, questo principio afferma che non vi è nessun motivo per complicare ciò che è semplice. Questo significa che – tra le varie spiegazioni possibili di un evento – bisogna scegliere quella più “semplice”, intesa non nel senso di quella più “ingenua” o di quella che per prima affiora alla mente, ma come quella che appare ragionevolmente vera senza ricercare un’inutile complicazione aggiungendovi degli elementi causali ulteriori. Questo anche in base a un altro principio, elementare, di economia di pensiero: se si può spiegare un dato fenomeno senza supporre l’esistenza di un qualche ente, è corretto farlo, in quanto è ragionevole scegliere, tra varie soluzioni, la più semplice e plausibile. Per spiegare le enormi potenzialità umane non c’è bisogno di presupporre l’esistenza di vite precedenti, precognizione, relazioni con entità angeliche e via dicendo.
Comprendiamo comunque il disagio che, secondo noi, spingono molti verso una ricerca mistica di questo genere, ma non crediamo che sia la via giusta per superarlo.
Comprendiamo comunque il disagio che, secondo noi, spingono molti verso una ricerca mistica di questo genere, ma non crediamo che sia la via giusta per superarlo.
La realtà sociale in cui viviamo non è più un «mondo-dato-per-scontato». Non esistono più valori, riferimenti ideologici e norme di condotta evidenti. Ognuno di noi si chiede:
Cosa devo fare nei diversi ambiti della vita?
Come posso essere veramente me stesso, se voglio adeguarmi alle norme sociali?
Come risolvere i miei problemi ed essere più felice
Come affrontare i fallimenti, la sofferenza e la morte e quale senso dare alla mia vita?
Questi interrogativi che segretamente ci arrovellano sono il rovescio della medaglia della conquistata indipendenza personale. Per dirla con Alain Ehrenberg l’individuo contemporaneo è «un individuo incerto» (Françoise Champion).
L’aspirazione della New Age a ricreare dal nulla certe visioni spirituali non sono, secondo noi, destinate ad avere successo:
Non c’è possibilità di ritorno a un armonioso stato di natura. Se torniamo indietro, dobbiamo percorrere tutt’intera la strada – dobbiamo tornare allo stato ferino. E’ una prospettiva che dobbiamo affrontare con coraggio, per quanto difficile ci possa apparire. Se sogniamo il ritorno alla nostra infanzia, se siamo tentati di appoggiarci agli altri e di essere così felici, se ci sottraiamo al compito di portare la nostra croce, la croce dell’umanità, della ragione, della responsabilità, se perdiamo coraggio e indietreggiamo di fronte alla tensione, allora dobbiamo cercare di fortificarci con una chiara comprensione della semplice decisione che sta davanti a noi. Noi possiamo ritornare allo stato ferino. Ma se vogliamo restare umani, ebbene, allora, c’è una strada sola da percorrere: la via che porta alla società aperta. Noi dobbiamo procedere verso l’ignoto, l’incertezza e l’insicurezza, usando quel po’ di ragione che abbiamo per realizzare nella migliore maniera possibile entrambi questi fini: la sicurezza e la libertà. (Karl Popper)
L’antica alleanza è infranta; l’uomo finalmente sa di essere solo nell’immensità indifferente dell’Universo da cui è emerso per caso. Il suo dovere, come il suo destino, non è scritto in nessun luogo. A lui la scelta tra il Regno e le tenebre (Jacques Monod)