
Cosa dico e come lo dico
Per sviluppare questa capacità è necessario impegnarsi in due direzioni:
- la prima riguarda la strutturazione e la pianificazione della presentazione cioè: COSA dirò e con quale ordine
- la seconda è relativa alla modalità con la quale saranno esposti i contenuti della presentazione cioè: COME utilizzerò il mio stile personale, quale sarà lo stato interno più efficace. Tratteremo anche il senso di disagio, paura (o addirittura di panico) che alcune persone provano in situazioni del genere, esposti allo sguardo critico dei presenti. Questo disagio è dovuto, in gran parte, al fatto che parlare in pubblico, per molti, può essere un’attività per niente familiare.
Se pensiamo ad un bellissimo discorso pronunciato con voce monotona, con postura e gestualità iper-controllate, ci rendiamo subito conto che il COME comunicare in pubblico è la parte più importante. Infatti, nel caso ipotizzato, il rischio è che l’uditorio penserà ai fatti suoi nella maggior parte del tempo. Il COME è importante perché veicola gli “aspetti emotivi” e “le istruzioni per l’uso” di ciò che viene detto e perciò non può essere separato dal COSA.
“Vi prego di notare che questa e altre equazioni riguardanti l’importanza dei messaggi verbali e non verbali sono state ricavate da esperimenti che si occupano della comunicazione di sentimenti e atteggiamenti (ad esempio, simpatia-antipatia). A meno che un comunicatore non stia parlando dei suoi sentimenti e atteggiamenti, queste equazioni non sono applicabili”.
Lo stato interno
- vitalità
- divertimento
- focus
- determinazione
Strutturazione e pianificazione della presentazione: il “cosa dico”
- Qual è il mio ruolo il questo contesto?
- Qual è l’argomento?
- Qual è la finalità di questa presentazione in questo contesto?
- A chi mi rivolgo?
- Quanto tempo dura l’esposizione?
- Quali sono i mezzi tecnici di cui dispongo?
La comprensibilità del contenuto
- La semplicità si ottiene utilizzando frasi brevi e parole conosciute (spiegando gli eventuali termini tecnici)
- La chiarezza e la consequenzialità permettono a chi ci ascolta di orientarsi con sicurezza all’interno delle argomentazioni che stiamo sostenendo. I passaggi più importanti devono essere evidenziati, i collegamenti più complessi chiariti.
- La sintesi permette di fornire le informazioni utili alla comprensione usando il minimo di parole e aderendo al tema trattato senza confusione.
- Aggiungere stimoli significa utilizzare un linguaggio concreto, vicino all’esperienza di vita degli ascoltatori; utilizzare analogie, esempi e metafore; favorire un’interazione con l’uditorio, per mezzo di domande.
Persuasione e comunicazione
La preparazione dà sicurezza anche allo speaker. Uno dei modi per controllare la qualità di ciò che ci prepariamo a dire ad un pubblico è provare utilizzando un registratore, oppure, ancora meglio, una telecamera. Ascoltare la nostra voce registrata o rivedere la nostra performance su uno schermo ci aiuterà a renderci conto dei difetti che emergono dalla presentazione. Gradualmente, in prove successive, potremo correggerli fino a quando non saremo soddisfatti.
Stile personale e gestione degli stati interni: il “come lo dico”
Il “come lo dico” comprende molti diversi aspetti: il contatto oculare, la prossemica (cioè la gestione degli spazi), la gestualità, la postura… Ognuno di questi aspetti ci verrebbe naturale (come sostiene Dale Carnegie nella citazione) se la nostra mente e il nostro dialogo interno non intervenissero cercando di controllare e di correggere.
“Ciascun individuo ha ricevuto nelle proprie mani un meraviglioso potere nel bene o nel male: la muta, inconscia, invisibile influenza della sua vita. Essa è semplicemente l’irradiazione costante di quello che l’uomo è realmente, non di quello che pretende di essere” (W. G. Jordan)
Bisogna quindi usare al meglio “ciò che c’è”, e trasformare i propri limiti in punti di forza. In che modo? In che modo una persona timida, ad esempio, potrebbe trasformare i suoi limiti in punti di forza? Se una persona è timida non si trova a suo agio quando tutta l’attenzione è centrata su di lui. Questo potrebbe motivarlo a dare ampio spazio al suo uditorio, in modo che l’attenzione del gruppo non sia sempre focalizzata su di sé ma suddivisa su molti dei partecipanti. Il risultato sarebbe, in questo caso, un ottimo parlatore in pubblico, particolarmente portato a valorizzare i contributi di tutti.
Alcune indicazioni per gestire l’ansia, le paure e per guadagnare naturalezza:
- esercizio delle “peggiori fantasie”: esercitarsi la settimana precedente la presentazione che ci preoccupa, per cinque minuti al giorno, nel pensare deliberatamente ad un esito catastrofico della nostra presentazione. E’ importante che l’esercizio duri, ogni giorno, i cinque minuti interi. Presupposto di questo esercizio è che evitare i pericoli genera paura, mentre i pericoli guardati in faccia generano coraggio.
- Pubblicizzare ciò che si vorrebbe nascondere. L’ansia prima delle presentazioni in pubblico non è niente di particolarmente negativo: ha conseguenze negative il pensare di dovere nascondere quest’ansia. Per cui, al momento di iniziare il proprio intervento, valutare la propria ansia su una scala da 1 a 10. Se l’ansia è superiore a 5, la prima frase della presentazione farà riferimento alla nostra emozione, scusandoci preventivamente per eventuali errori.
- Considerare l’ansia e la paura sensazioni normali, leggere i post Perché è così difficile essere felici? e Il dialogo interno e praticare la de-fusione.
- Ulteriore approfondimento: Conflitti interiori: ricerca di sicurezza vs. ricerca di novità
Tutti noi abbiamo il potere di decidere di vivere una grande vita, o ancora più semplicemente, di non vivere solo una bella giornata, ma una grande giornata. Non importa per quanto tempo abbiamo camminato sul sentiero verso la mediocrità, possiamo sempre decidere di cambiarlo. Sempre. Non è mai troppo tardi. Possiamo trovare la nostra voce (Stephen Covey)
Bell'articolo…
Io personalmente costruisco un personaggio e recito 😉
Buon lavoro
Bell'articolo…
Io personalmente costruisco un personaggio e recito 😉
Buon lavoro
Grazie Oreste!
parlare in pubblico, e la comunicazione in genere, ha molto in comune con le performance teatrali…
Grazie Oreste!
parlare in pubblico, e la comunicazione in genere, ha molto in comune con le performance teatrali…