La paura delle emozioni: imparare a gestirle e a non evitarle
La paura delle emozioni
A questo scopo impiegano buona parte delle loro energie, magari diventando iper razionali, illudendosi con ciò di avere il controllo completo di qualunque cosa accada.
Spesso le persone sono consapevoli di tutto ciò, ma non sanno come uscirne. Essere consapevoli del problema a livello razionale, infatti, può non essere di nessuna utilità, anche perché la partita si gioca ad un altro livello.
Un groppo in gola, una stretta allo stomaco, i tremori, i sudori, la tachicardia (le sensazioni fisiche collegate alle emozioni) sono poco gestibili attraverso parole, ragionamenti e buon senso.
Pensieri, emozioni e sensazioni
E’ utile imparare a distinguere tra pensieri, emozioni e sensazioni fisiche:
PENSIERI | EMOZIONI | SENSAZIONI |
È ingiusto | Sono arrabbiato, sento di essere arrabbiato | Ho le mani contratte, non riescono a stare ferme |
Non vorrei affrontarlo, mi fa paura | Sento di avere paura | Mi tremano le mani, avverto una pressione sul petto |
È terribile | Mi sento triste | Le mie braccia sono molli, ho un groppo in gola |
Non so cosa fare di fronte a lui | Sono in ansia | Mi sento le gambe molli e un morso allo stomaco |
Se alle sensazioni fisiche provocate dalle emozioni non attribuiamo un significato (collegandole al nostro stato emotivo) non ci comunicano niente, e rimangono confinate nel mondo del corpo fisico: diventano fastidi, sintomi, dolori, sensazioni inspiegabili, o anche un sottofondo con il quale ci si abitua a convivere.
Perché abbiamo paura delle emozioni?
Possiamo desiderare di non sentire la rabbia, perché possiamo immaginare le sue conseguenze in modo catastrofico: potremmo reagire, dire cose spiacevoli a qualcuno, interrompere una relazione…
Quando una persona ha paura di restare sola, può rischiare di evitare costantemente di sentire la sua rabbia, perché questa emozione porta con sé il rischio della rottura di un rapporto. In questo modo, però, la relazione in questione avrà una buona probabilità di finire male comunque.
Qualcuno potrebbe avere difficoltà ad ammettere di aver paura di qualcosa: ammetterlo potrebbe portare questa persona a vergognarsi di se stessa. Allo scopo di fuggire la vergogna, allora potrebbe impegnarsi nel non sentire la paura.
Oppure provare certe emozioni potrebbe generare pensieri che contrastano con le nostre aspettative e le nostre convinzioni riguardo a persone e situazioni.
La paura dilaga, soprattutto, a causa della nostra fervida immaginazione.
Avete mai visto un gatto inseguito da un cane? Se riesce a raggiungere una posizione a cui il cane non può arrivare, si mette immediatamente tranquillo. Il cane può continuare ad abbaiare e ringhiare, ma, una volta al sicuro, il gatto può addirittura essere preso dalla sonnolenza.
Un’antilope sfugge ad un leone, e quando arriva a 500m. circa si mette tranquilla: a quella distanza è assolutamente al sicuro. Ad un essere umano non basterebbero neppure 5 chilometri, perché farebbe mille ipotesi e mille congetture.
Tendiamo a rimuginare sui fatti accaduti, rischiando di provare paura in continuazione:
Oggi il capo mi guardava storto… che si sia messo in testa di licenziarmi? E hai visto come se la intendeva con Rossi? Che ruffiano, Rossi! però non devo farmene accorgere, potrebbero pensare che sia invidioso di lui… Invidioso io? di quell’ebete? Ma figuriamoci… Se non sto attento mi fanno le scarpe. Lavorare in team, cooperare tra colleghi… si, si come no! ma se non vedono l’ora di togliermi di mezzo! Devo stare attento a non perdere la calma, se no passo dalla parte del torto. Devo sorridere ed essere gentile, e fregarli con le loro stesse armi…
La paura non è semplicemente un’emozione che si attiva quando siamo effettivamente in pericolo , ma quando «ci sentiamo» in pericolo.
Reagiamo alle nostre immaginazioni provando paura, e per il nostro mondo interno non c’è differenza tra le esperienze che facciamo realmente e le esperienze che immaginiamo: attivano entrambe le stesse aree del cervello.
Strategie di evitamento
Allo scopo di non sentire le emozioni vengono messe in atto diverse strategie:
- Razionalizzare: la razionalità è uno strumento a disposizione dell’uomo, ma non è la sua essenza. Un uso eccessivo della razionalità porta a distaccarsi dalle emozioni e dalle sensazioni fisiche, diventando un po’ “stranieri a se stessi”.
- Trattenere: in una società come quella in cui viviamo viene premiato l’autocontrollo e la capacità di trattenere le emozioni. Si tende a sovraccaricarsi interiormente, da cui una spinta ulteriore a trattenersi, per non diventare eccessivi nel caso ci lasciassimo andare.
- Disconnettersi: la disconnessione dal mondo emotivo di solito si accompagna ad una disconnessione con il proprio corpo, e rende difficile capire cosa piace e cosa no. Le uniche emozioni che si riescono a sentire sono quelle a volume particolarmente elevato, e questo porta alla ricerca di sensazioni forti per combattere il vuoto e la noia.
Visto che a volte ci impegniamo tanto nel non sentire, quasi quasi potremmo invidiare un rettile. Ma sarebbe un buon affare per noi? Sarebbe come turarci sempre il naso ermeticamente: ci difenderemmo, è vero, dai cattivi odori, però non potremmo sentire i profumi…
E’ anche vero che in alcuni casi è meglio non sentire o sentire moderatamente, a tratti: non possiamo e non dobbiamo sempre prendere tutto di petto.
Quando la realtà è troppo difficile da accogliere, allora possiamo farlo un po’ per volta.
Per approfondire:
- La gestione delle emozioni
- Mindfulness, guida pratica per iniziare
- Leggere le emozioni sul viso
- Strategie per la gestione dello Stress