Obiettivi ben formati

La PNL (Programmazione Neuro Linguistica) definisce criteri per formulare gli obiettivi in modo molto efficace. In giro sul web si trovano molte eccessive semplificazioni di questi criteri.

Bisognerebbe rendere tutto il più semplice possibile, ma non troppo semplice. (Albert Einstein)

La formulazione degli obiettivi viene trattata un po’ su tutti i libri di Crescita Personale e Professionale: spesso leggiamo che un obiettivo deve essere SMART, dove SMART è un acronimo che dovrebbe designare le caratteristiche di un obiettivo efficace.

Dallo SMART agli obiettivi ben formati in PNL
 

SMART sta per Specifico, Misurabile, Accettato o Attuabile o Adeguato,  Realistico o Raggiungibile o Responsabilizzante, Temporizzato. Insomma, dello SMART  esistono varie versioni, con vari significati a seconda di chi lo utilizza.

A volte i significati attribuiti all’acronimo sono poco comprensibili (cosa significa obiettivo adeguato?).I criteri dello SMART sono, a nostro avviso, generici e insufficienti. Hanno però il merito di veicolare il messaggio che stabilire un obiettivo non è una cosa da prendere sottogamba, e risulta più efficace seguire determinate regole.

 

Gli obiettivi sono uno degli argomenti base della PNL. Un obiettivo è “ben formato” in PNL quando:

  • è espresso in termini positivi;
  • è sotto la responsabilità  di chi se lo pone
  • è verificabile / misurabile
  • è specificato il tempo che ci vorrà a raggiungerlo
  • è sensorialmente basato
  • è ecologico e salvaguarda i vantaggi dello stato presente

Da leggere: 
Superare gli ostacoli nel raggiungimento degli obiettivi
Il TOTE: un modello PNL del comportamento efficace
La tecnica dei piccoli passi per raggiungere gli obiettivi 
Lo stato interiore ideale per raggiungere gli obiettivi
Quegli obiettivi che non danno soddisfazione
Piccoli passi per grandi obiettivi

In termini positivi

L’obiettivo deve essere formulato, linguisticamente, in termini positivi. Spesso ciò che ci spinge ad agire non è ottenere le cose per noi importanti, ma evitare situazioni per noi spiacevoli. Questo ha a che fare più col non stare male che con lo stare bene. Al contrario, l’obiettivo deve indicare quello che vogliamo ottenere, non quello che vogliamo evitare o superare. Per cui:

Non voglio essere disoccupato non è accettabile: deve essere riformulato in Voglio trovare un’occupazione, specificata il più possibile.

elefante rosaDel resto, quando andiamo a fare la spesa annotiamo ciò che dobbiamo comprare, non quello che non ci serve e facciamo la spesa per differenza. L’espressione della negazione non esiste nelle immagini mentali, nei suoni o nelle sensazioni. La negazione esiste solo nel linguaggio parlato o scritto.

Porsi un obiettivo in termini negativi ha un po’ lo stesso effetto dell’ingiunzione “Non pensare ad un elefante rosa”, il cui risultato è, appunto, pensare ad un elefante rosa. Analogamente, porsi obiettivi in termini negativi comporta il rischio di ottenere proprio ciò che non vogliamo.

Una persona spesso incontra il suo destino sulla strada che avevo preso per evitarlo (Jean De La Fontaine)

Sotto la responsabilità di chi se lo pone

Porsi un obiettivo che non è sotto la nostra responsabilità è un metodo sicuro per rovinarsi la vita. Non è possibile avere l’obiettivo che il proprio figlio si laurei. Per laurearsi occorre studiare, andare a lezione e tante altre cose, che sono sotto la responsabilità del figlio in questione.
Occorre però specificare che molti obiettivi sono in parte sotto la responsabilità di chi se lo pone, ma non del tutto. Un esempio evidente è la vendita: posso essere il miglior venditore che esista, ma se il cliente non ne vuole sapere non riuscirò a raggiungere il mio obiettivo. Quando i nostri obiettivi sono di questo genere occorre distinguere bene tra
  • i risultati che voglio ottenere e
  • le azioni che metterò in campo per ottenerli.
Quindi ci concentreremo sulle azioni, che dipendono interamente da noi, e non sui risultati che possono dipendere o essere influenzati da altre persone e da vari fattori, tra cui il caso.

E’ sempre meglio concentrare l’attenzione su ciò che dipende da noi rispetto a ciò che sfugge al nostro controllo. Possiamo impegnarci a intervenire sulle cause, ma non spetta a noi determinare i risultati. Possiamo dedicare cure e affetto ai nostri figli, ma non decidere cosa diventeranno da grandi. Possiamo trattare le persone con rispetto e dedizione, ma non costringerle ad amarci. … Molti di noi passano la vita a pretendere che i semi diano frutti. Me ce ci fissiamo su un risultato specifico, sarà sufficiente il minimo intoppo a farci sentire frustrati e autocritici. La verità è che ogni evento è il risultato di innumerevoli cause interconnesse sulle quali non siamo in grado di esercitare alcun controllo. E’ un pensiero che all’inizio spaventa, dandoci l’impressione di essere in balia degli eventi. Ma, una volta ammessa e accettata, questa verità allenta la tensione, dona serenità e infonde una determinazione ancora più ferrea all’azione. (Ruck Hanson)

Verificabile – Misurabile

Il sogno di ogni PNLista è un obiettivo misurabile, che permette con facilità di progettare una procedura di verifica. Per esempio, raggiungere il peso forma è un obiettivo misurabile.

misurabilità
 

Qualora l’obiettivo non fosse misurabile, deve però essere verificabile. In altre parole, devo sapere con certezza se e quando avrò raggiunto l’obiettivo. Laurearsi è un obiettivo non misurabile, ma certamente verificabile.

Al contrario, raggiungere una buona armonia con i colleghi non è misurabile né verificabile, anche perché “armonia” è un termine astratto. Non saprò mai se ho raggiunto “una buona armonia”, a meno che non abbia stabilito degli indicatori specifici e concreti, rendendo così l’obiettivo verificabile.

Linguaggio specifico e concreto

La misurazione è il primo passo che conduce al controllo e al miglioramento. Se qualcosa non è misurabile, non è valutabile e comprensibile. Se non si può capire, non si può controllare. Se non si può controllare, non si può migliorare. (H. James Harrington)

Specificato il tempo

Il tempo è una componente della misurabilità degli obiettivi. Un obiettivo può essere misurato dal punto di vista

  • della quantità
  • della qualità
  • del tempo.

Il tempo, la scadenza, è un elemento così fondamentale che merita una trattazione separata.

Un obiettivo è un sogno con una data di scadenza (Steve Smith)

Non è la stessa cosa raggiungere il peso forma in sei mesi o in sei anni.
Specificare la scadenza dell’obiettivo permette inoltre di determinare eventuali step intermedi, progettando il raggiungimento dei sub-obiettivi dando anche ad essi una scadenza.

Obiettivi “sensorialmente basati” in PNL

Cosa significa che l’obiettivo, o meglio la sua rappresentazione, sia “sensorialmente basata”? Il linguaggio «sensorialmente basato» è caratterizzato dall’utilizzo di termini:
  • che riguardano immagini (visivi),
  • che riguardano suoni e parole (auditivo),
  • che riguardano sensazioni (cenestesico),
  • e dall’assenza di concetti astratti (come «successo», «armonia», «comunicazione», ecc.).

La nostra mente lavora tanto meglio quanto più l’obiettivo è specifico dal punto di vista sensoriale.  Per ottenere una formulazione sensorialmente basata, è sufficiente rispondere alle domande: qual è l’immagine con cui ti rappresenti il raggiungimento dell’obiettivo? Descrivila. Dove sei? Ci sono altre persone? Si sentono suoni? Ti dici delle cose, c’è un auditivo interno? Che sensazioni ti procura questa immagine e questi suoni? Ci sono innumerevoli esempi di atleti di eccellenza che hanno basato il loro allenamenti sulla visualizzazione dell’obiettivo raggiunto. La recente scoperta dei neuroni-specchio e i suoi futuri sviluppi chiariranno meglio perché una rappresentazione sensorialmente basata sia così potente. Sappiamo comunque che visualizzando una certa prestazione comprendiamo, inconsciamente, i muscoli e le vie neurali da attivare per riprodurla.

Una rappresentazione sensorialmente basata che procura sensazioni piacevoli costituisce inoltre un’importante fonte di motivazione.
Attenzione: se non si riesce a rappresentarsi sensorialmente un obiettivo, non si riuscirà nemmeno a raggiungerlo.

Rappresentarsi in positivo un obiettivo in termini sensorialmente basati ci permette di utilizzare al meglio il nostro inconscio.

Senza saperlo, dietro le quinte lavoriamo continuamente ai nostri obiettivi: utilizzando i momenti d’ozio della giornata, quando la mente cosciente non è impegnata in qualche compito, e la notte mentre dormiamo; restando sempre all’erta come sentinelle, in attesa vigile di informazioni interessanti per il nostro obiettivo e notando avvenimenti e oggetti che potrebbero servirci e di cui altrimenti non ci accorgeremmo; cercando di trovare risposte che abbiamo difficoltà a trovare nella sfera cosciente.
Dietro le quinte la vostra mente sta lavorando ininterrottamente per il vostro futuro. In effetti, le neuroscienze hanno dimostrato che questa è la “modalità di default” della mente, il modo in cui passa il tempo quando non accade altro. …  I nostri obiettivi e le nostre motivazioni più importanti sono all’opera 24 ore su 24, 7 giorni su 7, sentinelle costantemente all’erta per rilevare qualunque cosa possa riguardarle. Sono attivi dietro le quinte quando siamo immersi in altre attività o mentre dormiamo. Un genitore che sta dormendo può ridestarsi all’istante al minimo piagnucolio del figlio ma continuare a dormire beato durante un violento temporale. (John Bargh A tua insaputa. La mente inconscia che guida le nostre azioni)

"come se"

 

L’ecologia degli obiettivi in PNL

Ma veniamo adesso alla condizione più importante, dal tutto assente nelle varie versioni dello SMART: in PNL si dice che un buon obiettivo è “ecologico”, e questa condizione è fondamentale. L’ecologia è lo studio degli effetti e delle conseguenze. Un obiettivo è «ecologico» quando si colloca senza conseguenze negative nella nostra vita, senza nuocere a noi, a “parti di noi” o al contesto in cui siamo inseriti.

La maggior parte degli obiettivi che non vengono raggiunti, o il cui raggiungimento presenti comunque problemi non previsti, ad un’analisi attenta si rivelano “non ecologici” per la persona, il gruppo o l’organizzazione che se li era posti. Quando questi obiettivi sono stati posti, è stato preso in esame un solo fattore, o è stato massimizzato il suo peso, perdendo così la visione d’insieme.

Un indicatore dell’ecologia di un obiettivo è quando lo desideriamo con tutti noi stessi, perché se alcune parti di noi hanno delle riserve, ne boicotteranno il raggiungimento. Le eventuali perplessità, i conflitti interni, i dubbi vanno quindi risolti e negoziati preliminarmente.

Il modello per parti e il principio dell’intenzione positiva in PNL

Ciò che conosciamo di noi è solamente una parte, e forse piccolissima, di ciò che siamo a nostra insaputa. (Luigi Pirandello)

Non siamo unificati. Ne abbiamo spesso l’illusione perché non abbiamo vari corpi, varie membra, e perché una mano non picchia l’altra, ma nel nostro interno avviene metaforicamente proprio cosi: varie personalità e subpersonalità si azzuffano tra di loro continuamente; impulsi, desideri, principi, aspirazioni, ideali, sono in continuo tumulto. (Roberto Assagioli)

Per spiegare cosa significa “parti di noi” occorre fare riferimento al “Modello per parti”, un modello fondamentale della PNL. Secondo questo modello, è “come se” una persona non fosse un tutto unico, ma contenesse al suo interno diverse parti, che perseguono istanze diverse, a volte in contraddizione una con l’altra. Queste parti hanno età diverse e una propria “fisionomia”: le abbiamo create in momenti diversi della nostra vita.

Il fatto che le varie parti possano spingere la persona in direzioni tra loro contrastanti è alla base dei conflitti interni. Quante volte diciamo: “Da una parte vorrei fare così, ma d’altra parte vorrei invece…”.La presenza di un conflitto interiore a proposito di un obiettivo da raggiungere rende il raggiungimento dell’obiettivo molto problematico. In situazioni di questo genere l’idea di una soluzione negoziata (negoziata tra le nostre parti interne) risulta più efficace di una soluzione che privilegi le istanze di una parte di noi stessi a scapito di altre.

Approfondimento:
“Quelle cose chiamate parti” – nota di Gianni Fortunato
Conflitti interiori: come superarli 

Parte integrante del Modello per parti è il Principio dell’intenzione positiva, secondo il quale ogni parte di noi ha, o ha avuto in passato, un’intenzione positiva nei nostri confronti, e questo deve essere sempre tenuto presente. Una parte responsabile di un certo comportamento, è disposta a rinunciare a quel comportamento solo se viene salvaguardata la sua intenzione positiva.

Per fare un esempio pratico: immaginiamo una persona che non sia abituata a concedersi tregue o riposo. Potrebbe sviluppare una parte che gli procura la febbre quando la stanchezza arriva oltre un certo limite, costringendolo a letto. Questa parte potrà rinunciare a questo comportamento solo quando quella persona riuscirà a soddisfare la sua intenzione positiva, ad esempio, dedicandosi ogni tanto ad un hobby o riposandosi.


parlamento

Per illustrare meglio questa tematica, faremo ricorso alla metafora parlamentare, spesso utilizzata da Mauro Scardovelli: possiamo paragonare il funzionamento di noi stessi ad una repubblica democratica parlamentare, in cui ogni parte deve avere una rappresentanza in Parlamento. In pratica, questo significa che ogni nostra istanza deve essere riconosciuta e rispettata: è un errore tenere compressa e voler ridurre al silenzio una parte di noi che non ci piace.

Se una parte non ha una sua legittima e riconosciuta rappresentanza “parlamentare”, davanti a sé avrà poche opzioni: si darà al terrorismo e al sabotaggio.  


Questo sabotaggio è alla base di molti obiettivi non raggiunti.


Ancora due accorgimenti importanti

Oltre alle condizioni dell’obiettivo bene formato, ci sono altri due accorgimenti da tenere presente:
  1. fare e non essere
  2. coerenza tra obiettivo e metaobiettivo

Tutto quello che ti serve sapere per raggiungere i tuoi obiettivi

    L’obiettivo deve riguardare il fare, non l’essere
L’obiettivo non può riguardare l’essere, perché non esiste un piano d’azione che porti sicuramente al risultato.
Voglio essere felice non è un obiettivo ben formato; gli obiettivi devono riguardare l’ottenere e il fare.

Coerenza tra obiettivo e meta obiettivo

 

Ci deve essere coerenza tra obiettivo e meta obiettivo, devono essere ispirati agli stessi valori, o da valori compatibili tra loro. Che cos’è il meta obiettivo? E’ l’obiettivo dell’obiettivo! “Meta obiettivo” è la funzione inversa di “sub obiettivo”, come indicato nell’immagine.

Meta obiettivo

Raggiungere un obiettivo: cominciamo a formularlo correttamente

Quindi un obiettivo ben formato deve tenere conto di questi aspetti. Per verificare la buona formazione di un obiettivo, possiamo sottoporlo alla seguente griglia di domande:

Griglia domande

Domande di questo genere possono, a volte, aprire squarci di consapevolezza su noi stessi.

Maria Soldati & Fabrizio Pieroni

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