Vincere la vergogna

                                              vergogna

In questi giorni di crisi di governo ci è capitato di vedere Renzi davanti alle telecamere sostenere con forza, passione e convinzione le sue ragioni in un momento in cui tutti lo incolpavano di aver fatto cadere il governo in un momento di pandemia, crisi sociale e economica.

Ci siamo chiesti che idea deve avere di sé e degli altri per ribaltare, davanti alle telecamere, la responsabilità della crisi sugli altri? Certo è uno che NON si vergogna! 

E a te è capitato di aver detto qualcosa, o fatto qualcosa da temere di ricevere scherno, derisione o disapprovazione dagli altri? Ti è mai capitato di arrossire? Di provare colpa e imbarazzo?

Se ti sei trovato/a in una di queste situazioni, o situazioni analoghe, hai provato l’emozione della vergogna. La vergogna è quell’emozione negativa che provi quando ritieni di aver fatto qualcosa di non accettabile.

E’ un’emozione determinata da un giudizio negativo che emettiamo su noi stessi per non essere stati all’altezza della situazione, di non aver corrisposto  a quanto richiesto dalle regole sociali del gruppo di appartenenza, o a causa dell’ inadempienza a certe norme o modelli di comportamento che pensiamo di non possedere.

La vergogna ci fa abbassare lo sguardo, ci fa evitare lo sguardo degli altri, sollecita il desiderio di nascondersi e fuggire, e ha la capacità di inibire alcuni comportamenti. La sua funzione può essere positiva in quanto serve ad evitare comportamenti nocivi per il gruppo, la comunità, la società, ma è negativa quando inibisce il potenziale espressivo della persona, intacca il valore che la persona attribuisce a se stessa.

Elementi alla base della vergogna

Ci si può vergognare per qualsiasi cosa: qualsiasi avvenimento può essere causa di vergogna. E’ possibile vergognarsi di azioni volontarie o involontarie, di caratteristiche fisiche o morali.

Ci si può vergognare del proprio aspetto fisico, della propria situazione sociale, di essere privilegiati, di essere disoccupati, di essere stati bocciati a scuola, di avere un padre alcolizzato, di un vestito fuori moda,  di essere stati lasciati  dal coniuge, anche di una malattia. La vergogna può scaturire anche dai ricordi di situazioni negative passate, perché non hai saputo dire quanto volevi dire, non hai saputo comportarti, reagire e sbloccarti.

La vergogna trae origine da due motivi:

  1. Eccessiva focalizzazione su se stessi: (anche gli altri sono focalizzati e preoccupati su loro stessi, non sono focalizzati su di te!). Prova a focalizzarti maggiormente sugli altri
  2. Eccessiva focalizzazione sugli aspetti negativi: pensi solo ai difetti e alle mancanze. Prova ad essere più obiettivo.

Perché è difficile vincere il senso di vergogna?

Perché la vergogna  è una emozione sociale, è cioè causata da un condizionamento sociale che mira ad evitare la violazione di regole sociali. Alla base del senso di vergogna c’è una eccessiva preoccupazione per il giudizio degli altri.

Le persone che provano vergogna possono sperimentare una sensazione di inferiorità, timidezza e  auto-condanna, che, nonostante gli sforzi per evitarla, condiziona la possibilità di vivere una vita e delle relazioni serene. Da qualche parte fuoriesce, ricompare!

Fin dagli albori della civiltà, ogni gruppo sociale è stato condizionato da determinati modelli positivi di comportamento, perché la società risultava essere più robusta se ispirata da un sistema condiviso di valori.

Non adeguarsi a questi modelli condivisi di comportamento veniva sanzionato, a volte in modo formale attraverso le leggi, e a volte in modo informale, con la disistima e il biasimo della comunità. 

Nelle antiche civiltà la figure che predominavano erano quelle di individui stimati non solo per le loro gesta e per i loro comportamenti, ma anche per l’ammirazione che suscitavano e per il ruolo che ricoprivano, in linea con quelle che erano le aspettative e i modelli della società. Il valore delle persone portate ad esempio dipendeva anche dal loro valore morale, caratterizzato da nobiltà, capacità, successo e imponenza.

Invece colui che infrangeva le aspettative sociali, il ribelle, il diverso, l’individuo poco rispettoso delle norme sociali veniva stigmatizzato. E questo costava al malcapitato il disonore, la vergogna, la prigione, la scomunica, e chissà che altro.

Fin da piccolo l’individuo era educato a preoccuparsi del suo buon nome, che era legato alla buona reputazione dovuta al compimento di azioni valutate positivamente, con conseguente sentimento di percezione positiva di accettazione e autostima.

Oggi chi sono gli esempi positivi? Gli influencer? Andiamo con il pensiero a instagram, o ad altri social network e a tutti quelli che hanno migliaia e migliaia di followers … A loro si richiede ancora l’adesione alle norme e ai canoni sociali? Per personaggi come Fratellì, l’influencer romano “truce 1727 wrldstar”, come si declina la vergogna?

Come superare la vergogna?

La vergogna si  manifesta con un senso di disagio interiore, con  comportamenti di timidezza ed  evitamenti. Ha anche una manifestazione fisiologica inequivocabile e involontaria: il rossore.

La maggior parte di noi ha provato episodi di questo genere. Analizzando queste situazioni, ci accorgiamo che il problema è dato da una serie di convinzioni disfunzionali relative all’essere indegni, inadeguati. Per superare la vergogna occorre risalire dalle sensazioni che si provano alle convinzioni distorte di insufficienza, d’inadeguatezza.

Una cosa che possiamo fare è non reprimere il nostro imbarazzo, ma usarlo per capire  la nostra vergogna e in questo modo è possibile che la vergogna e il rossore svaniscano.

Per superare la vergogna lo psicologo cognitivo Albert Ellis suggeriva di sfidare:

  • il nostro dialogo interno negativo, perché non esistono prove che la società ci rifiuterà e che, se anche così fosse, di certo non abbiamo bisogno dell’approvazione di tutti,
  • andare incontro e sfidare situazioni “imbarazzanti”, in quanto correre il rischio di provare vergogna e farlo in maniera volontaria è un modo per vincerla.

In questo senso, ha inventato una serie di esercizi pensati per favorire l’auto-accettazione.

Lo scopo di Albert Ellis tramite questi esercizi è far sì la persona che li realizza si renda conto che il valore personale è inalterabile. Chiunque siamo e in qualunque modo ci comportiamo, il nostro valore continuerà ad essere lo stesso.

Per esercitarti puoi, ad esempio,

  • fissare le persone in pubblico finché queste non ricambiano lo sguardo
  • fermare dei passanti chiedendo informazioni stradali complicate e farsele ripetere più volte
  • andare a chiedere a un barista se ti offre il caffè
  • entrare in un ristorante e chiedere se è possibile portare il vino da casa
  • uscire di casa con due scarpe differenti
  • entrare in un negozio, farsi mostrare un sacco di articoli e poi uscire senza comprare niente

Inoltre, puoi provare a riflettere sul tuo dialogo interno spesso disfunzionale: anziché pensare che “quello che dico sarà fuori luogo” ci si può convincere che “se dico quello che penso non necessariamente sarà un disastro. Forse qualcuno potrà non condividere il mio punto di vista, ma qualcun altro potrà, invece, essere d’accordo!”.

Mettere in discussione le nostre convinzioni su noi stessi e sugli altri è un modo di guadagnare libertà dai limiti e  dai condizionamenti che la vergogna può imporci.

Da leggere:

Maria Soldati e Fabrizio Pieroni

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2 Commenti

  1. Riflessione interessante, soprattutto se presa dal contesto politico!

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